CONTENUTO
di Virginia Gaudioso, docente di Lingua e Letteratura Inglese e autrice del romanzo “Donne di mare“.
C’è ancora domani, trama
Roma, maggio 1946. Delia è una tipica donna di famiglia dell’epoca che porta avanti la casa e si occupa della famiglia formata da tre figli (una ragazza e due bambini), dal marito violento e insensibile e dal suocero ammalato; oltre ad occuparsi delle faccende domestiche Delia va anche a lavorare, facendo di tutto di più, per racimolare il denaro che non basta mai.
Nonostante tutti i suoi sforzi per mandare avanti questa famiglia numerosa e problematica, viene sempre bistrattata, insultata, offesa, denigrata e malmenata dal suo gentile e premuroso compagno di vita che, invece di sostenerla, comprenderla e incoraggiarla, non trova occasione migliore per farla sentire “meno di niente” davanti a tutti, compresi i figli.
Per questo motivo soprattutto la figlia primogenita entra in conflitto con la madre in quanto non sopporta che si faccia trattare in questo modo vergognoso senza alcun minimo rispetto e considerazione dal proprio marito e padre. E’ proprio grazie a questo scontro con la figlia che Delia comincia a meditare su se stessa e sulle sue scelte di vita, a raggiungere piena consapevolezza del suo valore di donna e a cambiare totalmente atteggiamento, da passivo e rassegnato a consapevole e reattivo.
Comprende molto bene che questo totale cambiamento è necessario per evitare che sua figlia possa fare la sua stessa tragica fine accanto ad un uomo violento, rozzo, miserabile, insensibile e senza scrupoli. Emerge il suo cuore di mamma in tutta la sua tenerezza e preoccupazione che difenderà sua figlia come una leonessa.
C’è ancora domani, trailer
Il cast di C’è ancora domani
Nato da un’idea di Paola Cortellesi, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda, il film vede nel cast importanti interpreti del panorama cinematografico italiano e alcuni volti nuovi:
- Paola Cortellesi è la protagonista Delia;
- Valerio Mastrandrea: Ivano Santucci marito di Delia;
- Romana Maggiora Vergano: adolescente Marcella, figlia primogenita della coppia;
- Emanuela Fanelli è Marisa, amica di Delia, una donna spiritosa ed ottimista;
- Giorgio Colangeli: Sor Ottorino Santucci, suocero di Delia;
- Vinicio Marchioni interpreta il meccanico Nino, ex fidanzato di Delia;
- Gabriele Paolocá è Peppe;
- Francesco Centorame: Giulio Moretti il giovane rampollo di una famiglia benestante nonché findanzato di Marcella;
- Lele Vannoli interpreta Alvaro;
- Paola Tiziana Cruciani è Sora Franca;
- Yonv Joseph veste i panni del soldato afroamericano William;
- Alessia Barela e Federico Tocci interpretano rispettivamente Orietta e Mario Moretti.
C’è ancora domani, il film di Paola Cortellesi
L’opera prima da regista di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, uscito al cinema da qualche settimana, ha già superato i 24 milioni di incasso ed è diventato immediatamente un film cult visto da giovani, adulti ed anziani che ci ha riempito il cuore di commozione e ci ha fatto anche ridere un pò.
La pellicola ritrae con maestria la Roma del secondo dopoguerra con una ricostruzione storica meticolosa degli ambienti, dei costumi e delle abitudini del tempo, con l’uso del romanesco e tutto in bianco nero, elemento che ci immerge e ci fa respirare l’atmosfera del nostro migliore cinema del Neorealismo. Come non ricordare l’insuperabile Anna Magnani in “Roma città aperta” di Roberto Rossellini del 1945?
Paola Cortellesi è riuscita brillantemente ad affrontare un tema delicato e difficile come la violenza tra le pareti domestiche con grande leggerezza e garbo, inserendo nel film musiche e canzoni dell’epoca e non, che sono riuscite a ridurre ed alleggerire la tensione che, altrimenti, la trama del film avrebbe sicuramente appesantito e reso più angosciante.
Il film è ambientato esattamente nel 1946, anno storico di fondamentale importanza per le donne italiane che per la prima volta si recano alle urne a votare, infatti in alcune scene del film si intravedono i manifesti pubblicitari che le invitano ad andare a votare. Il titolo del film è quindi emblematico poiché si ravvede la speranza per un futuro migliore pieno di nuovi cambiamenti e aspettative soprattutto per le donne, da emarginate e considerate “vuoti a perdere,” a nuove figure in grado di decidere della propria vita e di poter finalmente scegliere.
In un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter Roma, la regista ha spiegato la scelta di ambientare il film nella capitale:
«È stato naturale. La storia del film è inventata, ma c’è moltissimo dei racconti della mia famiglia. Sono per metà romana e per metà abruzzese. Mia madre venne a Roma a sei anni, ha trascorso qui la sua primissima infanzia. Ma molte delle storie da cui ho tratto ispirazione sono di mia nonna. È anche il motivo per cui ho immaginato l’opera in bianco e nero. Quando ti tornano in mente le immagini del passato a Roma non sono mai a colori.»