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Il blocco di Berlino rappresenta a tutti gli effetti il prodromo della costruzione del muro del 1961. La crisi inizia il 24 giugno 1948, quando l’Unione Sovietica blocca tutti gli accessi stradali e ferroviari a Berlino Ovest. Il blocco della città si conclude dopo undici mesi, l’11 maggio 1949, nel momento in cui l’Unione Sovietica rinuncia a disturbare i voli umanitari statunitensi, britannici e francesi che trasportano razioni alimentari per la popolazione berlinese.
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Le quattro zone di occupazione della Germania post 1945
Con la fine della seconda guerra mondiale, quando lo spettro del dominio nazista sul mondo si dissolve, l’alleanza tra diversi stati, nata in condizioni eccezionali, mostra tutta la sua fragilità e va in frantumi. Il contrasto ideologico e politico tra democrazie liberali e Unione Sovietica diventa in breve tempo insanabile.
Dopo la sconfitta la Germania perde tutti i territori conquistati negli anni del nazismo e quel che resta della Prussia, che viene divisa tra Polonia e URSS. Milioni di tedeschi si ritrovano improvvisamente fuori dai nuovi confini e sono costretti a rientrare subito in Germania per evitare rappresaglie da parte della popolazione che per dieci anni ha subito la ferocia del dominio tedesco.
Alla conferenza che si tiene a Potsdam nell’estate del 1945 gli ex alleati decidono di dividere il territorio tedesco in quattro zone di occupazione rispettivamente sotto il controllo di americani, inglesi, francesi e sovietici. Così come il paese, anche la città di Berlino subisce la stessa sorte e viene suddivisa in quattro zone d’influenza.
Le cause del Blocco di Berlino
L’occupazione militare della Germania non può essere però una soluzione permanente, per questo si cerca di trovare una stabilizzazione del paese. Nelle diverse zone di occupazione vengono portate avanti politiche differenti. Inglesi e americani, dopo varie riunioni arrivano a condividere la stessa prospettiva. Secondo Washington e Londra, infatti, l’occupazione deve essere una fase transitoria: i due paesi vogliono avviare il prima possibile la fase di ricostruzione economica della Germania. anche perché l’occupazione ha dei costi che nell’immediato dopoguerra è difficile sostenere. Gli angloamericani quindi non hanno fini veramente punitivi, ma una prospettiva costruttiva.
Viene allora proposto dagli americani di unificare l’amministrazione delle zone occupate: la Gran Bretagna accetta subito e nasce così la bi-zona. Per quanto riguarda l’URSS, invece, gli obiettivi sono assai diversi. Stalin è favorevole al mantenimento di una Germania demilitarizzata, depotenziata quindi anche sul piano economico. Infatti l’URSS, nella propria zona porta avanti la politica delle riparazioni e lo smantellamento degli impianti industriali tedeschi. Quanto alla Francia, essa prende parte alla bi-zona, che diventa quindi tri-zona, solo all’inizio del 1948.
Alla Francia servono delle garanzie ed è per questo che sul piano militare il governo del paese si oppone alla militarizzazione della Germania, obiettivo degli angloamericani. Sul piano politico, invece, sono favorevoli a un nuovo stato tedesco indipendente. Con la conferenza di Londra, in cui i tre governi si mettono d’accordo sull’unificazione delle moneta, si capisce che ormai c’è una spaccatura insanabile con l’URSS.
Un’altra tappa nella spaccatura tra le due parti è rappresentata dal piano Marshall che gli USA forniscono ai loro alleati. Esso è un piano di aiuti economici proposto dal governo statunitense all’Europa in senso ampio avente come obiettivo la ricostruzione del continente.
Il blocco di Berlino
Il presidente statunitense Harry S. Truman il 18 giugno 1948 introduce il nuovo Marco tedesco al posto della valuta d’occupazione nei tre settori occidentali della Germania, riunificati da poco sotto il controllo statunitense, dopo che Francia e Regno Unito hanno deciso di ritirarsi dal paese. La decisione degli occidentali di creare uno Stato unico non è condiviso ovviamente dai russi, che non hanno neanche partecipato alla conferenza di Londra.
Stalin non rimane a guardare e il 24 giugno ordina di bloccare tutti gli accessi via terra a Berlino ovest, tagliando tutti i collegamenti stradali e ferroviari che attraversano la parti sotto controllo sovietico. Berlino, infatti, seppur divisa in quattro zone, è completamente inclusa nella zona dei sovietici. Le parti occidentali della città vengono anche scollegate dalla rete elettrica e Berlino ovest diventa una città buia e assediata, senza viveri né medicinali.
Gli Stati Uniti non si piegano al ricatto russo e il giorno seguente iniziano a studiare la fattibilità di un ponte aereo. Nel mese di luglio inizia così questa colossale operazione umanitaria che dura per 11 mesi. Migliaia di aeroplani, chiamati affettuosamente “Rosinenbomber” (bombardieri d’uva passa) dalla popolazione tedesca, trasportano un’enorme varietà di provviste: prevalentemente viveri, carbone e medicinali.
I velivoli vengono riforniti dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dalla Francia e in totale sono effettuati 278.228 voli. I russi non li fermano perché l’unico modo per fermare un aereo è abbatterlo e questo farebbe di loro degli aggressori. Provano, però, ad ostacolarli in tutti i modi, disturbandoli con torri di controllo e altri sistemi. L’URSS alla fine interrompe il blocco di Berlino il 12 maggio 1949.
Le conseguenze del blocco di Berlino
La conseguenza immediata del blocco di Berlino è la nascita, il 23 maggio 1949, della Repubblica Federale Tedesca nella Germania occidentale, con capitale Bonn, alla quale il 7 ottobre Stalin contrappone la Repubblica Democratica Tedesca, uno stato formalmente indipendente ma di fatto egemonizzato dall’URSS, che ha come capitale Berlino.
In questa nuova situazione Berlino fa parte dal punto di vista amministrativo alla Repubblica Federale, ma territorialmente è un’enclave della Repubblica Democratica. Ovviamente le due parti della città si sviluppano da qual momento in maniera molto diversa: la parte occidentale, grazie agli aiuti economici americani, si avvia a diventare una ricca metropoli capitalista dove sono garantite le libertà civili, mentre a est lo sviluppo rimane limitato e si instaura uno stato di polizia tipico del regime stalinista.
Le due nuove entità statali già nelle sigle tedesche BDR e DDR segnalano la differenza politica e ideologia di USA e URSS. A occidentale si sottolinea, infatti, l’aspetto federale della repubblica che richiama alla tradizionale divisione amministrativa in Lander. A est si sottolinea, invece, la connotazione ideologica dello stato socialista.
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