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Erwin Rommel, è stato uno dei generali più lodati e apprezzati della Seconda Guerra Mondiale da parte di tutte le forze in campo. Egli entrò nell’esercito tedesco il 19 luglio 1910 come cadetto al 124° reggimento di fanteria di stanza a Weingarten. Fu subito promosso a caporale e riuscì, nel 1911, ad entrare nell’accademia di guerra di Danzica guadagnandosi il grado di sottotenente.
Gli inizi del generale Erwin Rommel: Prima Guerra Mondiale e Battaglia di Caporetto
Durante la Prima Guerra Mondiale fece parte della fanteria tedesca e in combattimento mostrò quelli che si sarebbero rivelati i suoi tratti distintivi anche da comandante conquistandosi due Croci di Ferro con azioni temerarie e frontali al nemico. La sua più grande impresa in questo conflitto la compì in Italia nel 1917, dove il suo battaglione era stato trasferito come parte della 14a armata per appoggiare gli austriaci nell’offensiva autunnale sull’Isonzo.
Fu una prodezza di Rommel la cattura della posizione chiave di monte Matajur alla fine di ottobre, che trasformò la battaglia di Caporetto in un massacro per gli italiani. Fu l’ultima delle sue azioni in combattimento, ma la sua fama di ufficiale eccezionale e fuori dagli schemi aveva grande eco negli ambienti militari e la sconfitta non lo intaccò minimamente.
Nel periodo di disarmo della Germania era uno dei 4.000 ufficiali regolari permessi dal trattato di Versailles e assunse il comando di una compagnia del 13° reggimento di fanteria. Divenne anche istruttore dell’accademia di fanteria di Dresda, dove scrisse un volume di tattica militare intitolato “fanterie all’attacco” (edito in Italia dalla casa editrice Longanesi nel 1972). Il libro, di cui ne furono vendute 400.000 copie, lo mise in evidenza nei circoli militari e gli attirò l’attenzione e il favore di Adolf Hitler. Infatti, da quando il Fuhrer salì al potere, ebbe ben 5 promozioni prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Il generale Rommel durante la Seconda Guerra Mondiale
Nel 1939 occupava il grado di maggior generale e venne trasferito al quartier generale di Hitler dove gli fu affidata la responsabilità della sicurezza del leader nazista. Quando la Germania invase la Polonia, ebbe la possibilità di seguire da posizioni di vertice la conduzione della campagna. Fu a Varsavia il 5 ottobre, appena una settimana dopo la caduta dei polacchi.
Rommel durante la campagna di Francia del 1940
Il 15 febbraio 1940, all’età di quarantotto anni, Rommel assunse il comando della 7a Panzerdivision di stanza a Godesberg sul Reno. Nella campagna di Francia, durata solo sei settimane, Rommel catturò quasi 100.000 prigionieri e oltre 450 carri armati. Nella sua divisione vi furono 682 morti, 1.646 feriti, 296 dispersi e 42 carri armati vennero messi fuori uso. Nessuno aveva condotto un’operazione di “Blitzkrieg” con la stessa disinvoltura, equilibrio e rapidità. La fotografia di Rommel apparve su ogni giornale tedesco e il suo nome era sulla bocca di tutti.
La “Volpe del deserto”: il generale Rommel in Africa
Nonostante le sue notevoli imprese, dovette aspettare sei mesi prima di ricevere la promozione a tenente generale. Immediatamente si imbarcò per la sua avventura nordafricana, alla quale avrebbe legato per sempre il suo nome: “Volpe del deserto”. Tra dicembre 1940 e gennaio 1941, in Africa settentrionale, gli inglesi avevano costretto gli italiani ad abbandonare la Cirenaica e Mussolini chiese aiuto a Hitler che mandò alcuni reparti della Luftwaffe e il cosiddetto Afrikakorps: formato da due divisioni tedesche al cui comando vi era Rommel.
La missione era sostanzialmente difensiva ed era sottoposta al comando degli italiani, ma ciò non era nella natura del generale tedesco. Infatti, il 31 marzo 1941, partendo da una semplice ricognizione riuscì a far abbandonare El-Agheila e Bengasi agli inglesi riconquistando tutta la Cirenaica ad eccezione di Tobruk.
Dopo una breve ritirata, a seguito dell’operazione inglese Crusader guidata da Auchinleck, nel 1942 Rommel, rinvigorito dai rifornimenti tedeschi, riuscì ad arrivare fino alla città di Derna riportando la situazione in Libia in sostanziale parità con gli Alleati. Infine, il 21 giugno, con un assalto a sorpresa sconfisse l’8a armata inglese e conquistò Tobruk facendo circa 30.000 prigionieri. Hitler lo nominò feldmaresciallo.
Nell’estate del 1942, però, Rommel cominciò a subire le prime sconfitte in Africa. Infatti, ad El Alamein l’8a armata, da poco reintegrata e rinforzata riuscì a resistere ai panzer tedeschi e, con l’aiuto di una divisione australiana, sferrò una grande controffensiva che costrinse Rommel a ripiegare. Da qui nacquero i grandi dissidi con Mussolini e Hitler, che secondo il generale avevano richieste impossibili da esaudire viste le condizioni degli uomini e dei mezzi a disposizione. Da questo momento Rommel contravvenne molto spesso gli ordini impartiti dai due leader dell’Asse continuando costantemente ad arretrare la posizione delle forze armate tedesche.
La campagna di Francia del 1944
Nel 1943, nonostante le sue ripetute richieste di ritirata, Hitler costrinse l’Afrikakorps a restare in Nord Africa condannando 250.000 uomini alla sconfitta che puntualmente arrivò pochi mesi dopo. Rommel ottenne una licenza, e nel 1944 partì per la Francia visitando le fortificazioni costiere. Era assente durante lo sbarco in Normandia, ma quando arrivò sul fronte gli Alleati avevano creato una testa di ponte troppo efficace per poterli ricacciare dalla Francia.
Il feldmaresciallo aveva intenzione di tornare ad una linea difensiva che comprendesse solo i confini della Germania, ma ciò si scontrò con la visione del Fuhrer che non prese mai realmente in considerazione un arretramento delle linee tedesche. Il 17 luglio del 1944 Rommel fu ferito al cranio da due aeroplani nemici, che volando a bassa quota, colpirono la sua auto con le mitragliatrici.
Il complotto contro Hilter e la morte del Generale Erwin Rommel
Tre giorni dopo l’incidente, il Putsch contro Hitler giunse alla fase operativa quando una bomba esplose nel quartier generale del leader nazista. Hitler ne uscì miracolosamente illeso attuando immediatamente la caccia ai congiurati. Uno degli attentatori, il generale Von Stulpnagel, fece il nome di Rommel come cospiratore.
Il 14 ottobre del 1944, due agenti inviati dal Fuhrer, offrirono al feldmaresciallo due opzioni: affrontare il processo e l’accusa di alto tradimento oppure il suicidio. Se avesse optato per la seconda ipotesi, nessuna azione sarebbe stata intrapresa nei confronti della moglie e del figlio. Rommel, mezz’ora dopo, ingerì una capsula di Cianuro e fu dichiarato morto dall’ospedale di Ulm per una presunta embolia.
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- Erwin Rommel, Fanteria all’attacco. Dal fronte occidentale a Caporetto, LEG Edizioni, 2023.
- Emil Krieg, Rommel la volpe del deserto, Gherardo Casini Editore, 2010.
- David Fraser, Rommel. L’ambiguità di un soldato, Mondadori, 1996.