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Caterina Maria Romula de Medici: un’infanzia travagliata tra il papato, l’Impero e il Regno di Francia
Caterina de Medici nasce il 13 aprile 1519, figlia di Lorenzo II de Medici duca di Urbino e Madeleine de la Tour d’Auvergne. La madre muore poche settimane dopo la sua nascita e anche Lorenzo duca d’Urbino soccombe alle ferite subite per difendere la sua posizione di duca dalle pretese del precedente duca.
La bambina viene dunque affidata alle cure della nonna Alfosina Orsini, ma le travagliate vicende di quel periodo storico, influenzano anche il corso dell’infanzia di Caterina: già alla morte dei genitori, il re Francesco I Valois voleva che la duchessina crescesse a Parigi, sotto la sua tutela, ma il Papa Leone X decisi di affidarla alla nonna e, alla morte di quest’ultima, alla zie. Nel 1523, quando Caterina aveva solo quattro anni, Giulio de Medici viene eletto Papa con il nome di Clemente VII e decide di allearsi con Francesco I contro l’Imperatore asburgico Carlo V.
L’alleanza si rivela disastrosa per il papato, con il re Valois sconfitto e imprigionato a Pavia e i lanzichenecchi che avanzano nella penisola. Caterina viene affidata al monastero delle Murate, dove rimane fino al 1530.
Ricongiuntasi con il Papa suo parente, Caterina è ora in età da matrimonio ed è la curia romana a prodigarsi alla ricerca del miglior candidato: dalla famiglia d’Este, ai Gonzaga passando per i reali di Scozia.
La notizia di queste trattative giunge all’orecchio di Francesco I di Valois, il quale propone il suo secondogenito Enrico II come futuro sposo, il re di Francia puntava a solidificare la sua presenza e le sue connessioni nella penisola italiana, e un matrimonio con una de Medici, parente del Santo Padre rappresenta una ghiotta occasione.
L’arrivo in Francia, il matrimonio e le prime sfide di Caterina
Caterina arriva a Marsiglia il 23 ottobre del 1533 e per la prima volta incontra il suo futuro sposo. La differenza di classe sociale tra i due futuri coniugi è nota a tutti: Caterina è una de Medici, ma la famiglia in sé discende da banchieri e non da una nobile stirpe, e la corte francese è indignata che un nobile di sangue, benché secondogenito, sia obbligato a sposare una donna di tale rango. Per ovviare a queste difficoltà, papa Clemente VII aggiunge alla dote di Caterina, che comprende già la rinuncia ai beni patrimoniali medicei, una ricca compensazione in denaro, gioielli, pietre preziose e perle a carico del papato.
Il matrimonio viene celebrato dal papa stesso il 28 ottobre dello stesso anno e Caterina entra da quel momento nella corte reale di Francia facendo un’ottima impressione al suocero Francesco I e alla regina consorte. Caterina è una giovane dalla cultura strabiliante: oltre all’italiano parla fluentemente il francese e il latino, comprende bene il greco, viene apprezzata per la sua umiltà e per il sincero affetto che dimostra verso il re suo suocero e la famiglia reale.
La morte improvvisa di papa Clemente VII nel 1534, però, segna una svolta negativa nella vita di Caterina: il nuovo papa Paolo II rifiuta di versare l’enorme dote promessa dal suo predecessore e anzi rompe l’alleanza con il regno di Francia. In questo contesto, pare che il re Francesco I abbia commentato “J’ai reçu la fille toute nue”, nuda nel senso di spogliata dei suoi averi che dovevano accompagnarla oltralpe.
La differenza sociale tra Caterina e il suo sposo diventa così di nuovo motivo di pettegolezzo nella corte francese, pettegolezzi a cui la giovane reagisce continuando a guadagnarsi le grazie del re e della suo cerchia ristretta: è in questo periodo che Caterina inventa la cavalcatura all’amazzone per le donne e introduce l’uso delle mutande in Francia, in modo da poter cavalcare alla stessa velocità degli uomini ma senza l’imbarazzo di mostrare troppo il corpo montando sulla sella. Nel mentre, Caterina affina le doti politiche, che già cominciava a sviluppare alla corte papale ai tempi di Clemente VII, e che le saranno fondamentali per tutto il corso della sua vita alla corte francese.
Caterina de Medici: la Delfina di Francia
Nel 1536, il primogenito di Francesco I e futuro erede al trono, Francesco di Valois, muore improvvisamente, forse di una polmonite fulminante, Enrico diventa quindi, Delfino di Francia e con lui, la sua sposa Caterina. La morte improvvisa del Delfino, segna anche l’inizio del mito negativo di Caterina: molti sospettano che sia lei la responsabile della morte di Francesco, che lei e il marito abbiano avvelenato l’erede al trono per prenderne il posto alla morte del re.
I sospetti si concentrano su Caterina visto lo stereotipo vigente all’epoca che descrive gli italiani sempre intenti a tramare e ad avvelenare gli avversari scomodi. Ma i sospetti rimangono tali e il re non dà seguito a queste accuse più o meno velate contro la giovane. La nuova posizione di Delfina di Francia rivela un altro aspetto problematico per Caterina che non ha ancora dato un erede a suo marito. Nuovi pettegolezzi, questa volta sulla supposta infertilità di Caterina corrono nella corte, anche perché il Delfino suo marito ha già avuto figli illegittimi dalle sue amanti, e soprattutto è follemente innamorato della sua favorita, Diane de Poitiers, la siniscalchi di Normandia, e trascura i suoi doveri coniugali.
Per Caterina è un duro colpo, da un lato ci sono voci che la vogliono responsabile della morte dell’erede, dall’altra si continua a vociferare sulle origini della sua famiglia, con soprannomi come bottegaia fiorentina e figlia di mercanti e quindi sul suo rango inadeguato per la corte francese e in più divide il marito, che lei pare amare sinceramente, con un’altra. La disperazione è tale che arriva a gettarsi ai piedi del re suo suocero dichiarandosi pronta ad andare in convento e a lasciare il marito libero di prendere una moglie più adatta.
Questo gesto di umiltà e disperazione, commuove Francesco I che rifiuta di lasciarla partire. Caterina prova tutti i rimedi noti all’epoca contro l’infertilità e arriva ad ottenere addirittura l’aiuto della sua rivale Diane de Poitiers, la quale teme la prospettiva che il suo amante si risposi e che lei quindi venga messa da parte. La coppia reale ricorre quindi all’aiuto del medico Jean Fernel, in seguito al quale Caterina rimane incinta del primo figlio Francesco a cui seguirono numerosi altri figli, per un totale di dieci tra figli e figlie.
Da questo momento, e fino alla morte del marito, Caterina tollera la presenza di Diane nella vita del marito e della loro famiglia: la nobildonna si prodiga alla ricerca delle migliori governanti per i figli dei futuri regnanti e sprona Enrico a dedicare più tempo alla consorte e ai figli. Caterina appunto tollera tutto questo, ma non ne è affatto felice.
Caterina de Medici regina di Francia
Nel 1547 Enrico diventa re di Francia e Caterina regina, per tutti i dodici anni di regno di Enrico II la regina viene lasciata da parte, allontanata dal centro del potere, ma nel 1559 durante un torneo in onore del matrimonio della figlia della coppia reale Elisabetta con Filippo II di Spagna, Enrico viene ferito dalla lancia di Gabriel Montmorency e muore poco dopo. Rimasta vedova, Caterina rompe con la tradizione e veste il lutto nero invece che il bianco, come da tradizione francese, per il resto della sua vita.
Alla salita al trono del suo primogenito, Francesco II, la corte francese si aspettava che Caterina si facesse da parte, ricoprendo solo il ruolo di regina madre e di vedova afflitta. Forse perché troppo provata dalla morte del marito o forse per non far vivere alla sposa di suo figlio, Maria Stuarda, la stessa sorte che era toccata a lei, Caterina si fece da parte limitandosi a vigilare sulla sua salute cagionevole.
Ma la nuova regina consorte veniva con una famiglia ingombrante per Caterina e per la Francia, i Guisa potenti e profondamente cattolici che si opponevano ai tentativi di pacificazione tra cattolici e Ugonotti intavolati da Caterina. La situazione peggiora velocemente con la congiura di Amboise del 1560, un complotto volto al rapimento del re da parte degli Ugonotti sostenuti da Elisabetta I d’Inghilterra, ma che viene scoperto in tempo proprio dai Guisa. Scampato alla congiura però, il re Francesco II di Francia muore nel dicembre dello stesso anno. Caterina perde il suo primogenito, ma nonostante il dolore sa che il suo dovere è di fare tutto il possibile per salvaguardare la casa dei Valois.
Così in quello stesso 1560 il secondogenito di Caterina di soli dieci anni diventa re con il nome di Carlo IX.
Vista la giovanissima età del nuovo sovrano, una reggenza si rende subito necessaria, e qui Caterina deve negoziare con il principe Antonio di Borbone, principe del sangue e che avrebbe i titoli per rivendicare la reggenza fino al compimento dei 14 anni del re.
Caterina ha letto bene il “Principe” di Niccolò Machiavelli ed è una donna molto intelligente che ha imparato a conoscere le trame del potere francese, ottiene quindi il ruolo di Governatrice di Francia. Ruolo che le permette, insieme al primo ministro Michel de l’Hopital, di inaugurare una politica volta alla pacificazione dei cittadini, riducono quindi le pressioni sui protestanti, calvinisti, e altre confessioni cristiane, attirandosi al tempo stesso l’odio dei cattolici e l’ingratitudine degli Ugonotti.
Se per i protestanti la riduzione della pressione non è così evidente, per i cattolici il regno sta cedendo all’eresia protestante. Nel 1562 viene promulgato l’editto di Saint Germain, che sancisce la libertà di culto ai protestanti, in cambio questi devono restituire i beni e i luoghi di cui si sono appropriati. Se Caterina e il suo Cancelliere speravano di portare pace nel regno, il loro sogno svanisce quello stesso anno con la prima guerra di religione, iniziata con la strage di Wassy perpetrata da Guisa.
Caterina reagisce imprigionando e facendo condannare a morte i principali capi e ispiratori di questa guerra per riportare la pace nel regno, e probabilmente liberarsi dei Guisa non deve esserle costato molto. La pace però rimane fragile, nel 1563 Carlo IX raggiunge la maggiore età e riconferma alla madre tutti i suoi titoli governativi, Caterina continua ad assicurarsi un posto per proteggere il regno, i figli e la casa di Valois. Intraprende un lungo viaggio attraverso il regno con il figlio, Caterina è consapevole che un sovrano dev’essere visto, conosciuto e riconosciuto dal popolo, ma questo permette ai partiti della fede riformata di riorganizzarsi per assestare un altro colpo al cattolicissimo governo del regno.
Nel 1567 una nuova congiura viene sventata: la Sorpresa di Meaux, orchestrata in ambito protestante prevedeva di rapire il Carlo IX, il quale si rifugia a Parigi insieme alla madre. Vedendo questi nuovi tentativi di sopraffazione, Caterina decide di riavvicinarsi al partito cattolico e caccia Michel de l’Hopital dal ruolo di cancelliere e nel 1570 Caterina riesce a convincere i protestanti ad accettare il trattato di Saint Germain, che gli riconferma gli stessi diritti della pace di Amboise del 1563.Ma il peggio deve ancora venire.
La notte di San Bartolomeo: che ruolo ha Caterina?
Caterina è molto preoccupata delle divisioni religiose e delle loro conseguenze sul regno e sulla stabilità sul potere dei Valois, e quindi dei suoi figli e cerca di mantenere un equilibrio tra il partito dei cattolici, guidato dai Guisa, e quello degli Ugonotti, capitanati dall’ammiraglio Gaspard de Coligny. Proprio perché per evitare altre guerre e stabilire una pace duratura, Caterina decide di dare in sposa sua figlia Margherita, cattolica, al principe di Borbone e protestante Enrico III di Navarra, a cui viene accreditata la celebre frase Parigi val bene una messa.
Fissato il matrimonio per il 18 agosto del 1572, Parigi inizia a riempirsi di ugonotti, giunti per le celebrazioni e la tensione tra i cattolici e i protestanti inizia a farsi palpabile. Il 22 agosto, l’ammiraglio Cologny subisce un attentato da cui esce ferito ma non in pericolo di vita, e riceve la visita del re Carlo IX che gli promette giustizia. Ma i sostenitori di Coligny non sembrano soddisfatti: per loro c’è la mano dei Guisa e della regina madre dietro questo attacco.
Dall’altro lato, Caterina interpreta le accuse come un’insopportabile insubordinazione al re, una vera e propria aggressione alla dignità reale, e nel corso di un consiglio il giorno seguente si decide di eliminare tutti gli esponenti del partito ugonotto a Parigi. Senza i loro capi, la massa dei protestanti sarà più gestibile. Il primo a farne le spese nella notte è proprio l’ammiraglio Coligny, ucciso e poi defenestrato dal suo appartamento per mano del duca Enrico Guisa e dei suoi soldati. Questo primo omicidio da il via a un massacro inatteso e brutale degli Ugonotti e che si diffonde da Parigi al resto del regno.
Il numero preciso delle morti avvenute tra il 23 e il 24 agosto del 1572 è impossibile da ottenere, ma varie stime si aggirano intorno ai 10 mila morti nel regno, di cui circa 2.000 nella sola Parigi. L’atrocità di questo evento aggiunge un nuovo soprannome spregevole a Caterina Serpent Queen, la regina serpente, in quanto nel mondo protestante sia fuori che all’interno dei confini francesi si pensa che sia lei la responsabile di questo inaudito bagno di sangue. Due anni dopo, nel 1574, la tragedia colpisce ancora Caterina che perde il secondogenito Carlo IX morto di tubercolosi. Gli succede Enrico, il figlio più giovane di Caterina già re di Polonia.
Gli ultimi anni e la morte di Caterina de Medici
Con la morte di Carlo IX e la salita al trono di Enrico III, il figlio preferito, più in salute e più intelligente, Caterina inizia a farsi da parte: lascia che suo figlio il re governi senza di lei limitandosi ai negoziati per la pace tra le fazioni politiche e religiose del regno e impegnandosi in lunghi viaggi attraverso la Francia.
Riesce a far riconciliare sua figlia Margherita con il suo stesso sposo Enrico di Navarra, si oppone al crescente potere della Lega cattolica, arrivando perfino a percorrere le strade di Parigi a piedi durante le giornate delle barricate aprendosi un varco tra la folla.
Nel 1588 il re Enrico III fa assassinare il suo nemico il duca Enrico di Guisa e il fratello di questi, il cardinale Luigi, accusati di star cospirando contro di lui con il supporto della Lega cattolica. Il re decide ed ordina la morte dei Guisa senza consultare la regina sua madre e da questo momento la salute di Caterina inizia a declinare.
Ammalata di pleurite, Caterina muore il 5 gennaio 1589, profondamente provata dai lutti, quasi tutti i suoi figli e figlie sono morti prima di lei, la dinastia a cui si è dedicata tutta la sua vita è in rovina e il regno di Francia non è ancora pacificato.
Le leggende su Caterina de Medici
Regina madre, per aver dato alla Francia tre re e due regine, un record imbattuto, Caterina lascia l’immagine di una donna estremamente determinata ed ancorata ai suoi principi, capace di gesti completamente inaspettati pur di perseguire i suoi obiettivi: non sono molte le regine che avrebbero forse preferito tollare e farsi tollerare dall’amante del proprio consorte pur di dare un erede al regno e assicurarsi il posto che le spetta, ma Caterina lo fa e abilmente riesce a far comprendere a Diane de Poiters quanto convenga anche a lei che la coppia reale abbia dei figli.
Regina Serpente per i sospetti che la riguardano intorno alla notte di San Bartolomeo, anche se è difficile, quasi impossibile sapere esattamente quanto Caterina abbia spinto per l’eliminazione dei capi ugonotti, il suo ruolo in questa triste storia fa ormai parte della leggenda. Una donna malvagia pronta a ricorrere ai mezzi più estremi per conservare il potere, come la descrive Jean-François Solnon ed anche un’adepta del machiavellismo come sostiene il Gollino.
Regina nera, ancora una volta per i sospetti che accentrano su di lei durante tutta la sua vita in Francia, anche perché a quell’epoca gli italiani venivano visti in chiave shakespeariana: violenti, brutali e con la chiave dell’armadietto dei veleni sempre alla mano, ma Caterina è la regina nera anche per via del lutto che inizia a portare alla morte del marito e che manterrà per il resto della sua vita. Prima di lei le regine di Francia vestivano solo il lutto bianco, ma nessuna regina tornerà al lutto bianco dopo l’esempio di Caterina.
Caterina de Medici ha cambiato il regno di Francia in aspetti e modi che ci risultano quasi difficili da immaginare, alcune delle ricette più associate alla cucina d’oltralpe sono in realtà adattamenti di ricette che Caterina porta con sé dall’Italia. La soup d’onoins, la zuppa di cipolle francese viene direttamente dalla carabaccia toscana e viene introdotta da Caterina, così come il canard à l’orange, l’anatra all’arancia che Caterina chiama il papero al melarancio e la salsa béchamel che deriva direttamente dalla salsa colla di Caterina. Lo stesso si può dire di altre delizie tipicamente francesi oggi, ma che non facevano parte dei costumi culinari di Francia prima dell’arrivo di Caterina, come le crêpes, i macarons ed omelette.
Sempre nel contesto dello stare a tavola, Caterina introduce l’uso della forchetta e delle tovaglie, ma Caterina era anche una donna profondamente superstiziosa che invecchiando si fissa ancora di più a quelle che oggi chiameremo manie, per esempio ogni pasto doveva avere un numero di portate divisibile per tre, numero perfetto per definizione, e quindi un pranzo della regina poteva consistere in: “33 arrosti di capriolo, 33 lepri, 6 maiali, 66 galline da brodo, 66 fagiani, 3 staia di fagioli, 3 staia di piselli e 12 dozzine di carciofi”.
Ma per molto tempo di Caterina resteranno solo le leggende e le accuse, le descrizioni che parlano di una donna troppo attaccata al potere e pronta a qualsiasi sotterfugio, pronta perfino ad avvelenare il cognato o il proprio figlio pur di non perdere il potere. Una superstiziosa capace di bere urina di mulo e di consultare indovini e veggenti, come Nostradamus e di basare le proprie scelte sui riscontri dati da questi soggetti.
Ma andando oltre la propaganda di allora e dei secoli successivi, Caterina si rivela una donna dal carattere forte e determinato, che ha seguito i suoi principi e che si è battuta per proteggere i suoi figli, la dinastia a cui si è legata per via matrimoniale e per portare e proteggere la pace in un regno dilaniato dalle guerre di religione e dalla sete di potere della nobiltà.
Caterina de Medici, riassunto
Caterina de’ Medici nasce nel 1519 a Firenze, in una delle famiglie più potenti del Rinascimento italiano. Nel 1533 sposa Enrico II di Francia, diventando regina consorte e, dopo la morte del marito, assume un ruolo di primo piano nella politica francese, specialmente come reggente per i suoi figli. Sebbene spesso vista come fredda e manipolatrice, Caterina governa durante un periodo estremamente turbolento, segnato dalle Guerre di Religione tra cattolici e protestanti.
Caterina è ricordata soprattutto per il suo coinvolgimento nella strage di San Bartolomeo del 1572, durante la quale migliaia di ugonotti protestanti vengono massacrati. Anche se il suo esatto grado di responsabilità rimane oggetto di dibattito, l’evento lascia un marchio indelebile sulla sua reputazione: alcuni la considerano un’abile manipolatrice, altri una sovrana che cerca disperatamente di preservare l’unità del regno.
Oltre alla sua influenza politica, Caterina ha un impatto significativo sulla cultura francese. Grande amante delle arti, introduce alla corte francese molte delle raffinatezze italiane, tra cui nuovi stili culinari, moda e danza. La leggenda vuole che porti in Francia l’uso della forchetta e dolci come le marmellate e i sorbetti. La regina rappresenta una figura alquanto complessa: madre devota e politica spietata, mecenate delle arti ma anche coinvolta in decisioni controverse. Nonostante le critiche, la sua capacità di mantenere il potere in un contesto di continua instabilità fa di lei una delle figure più influenti del XVI secolo.
Consigli audiovisivi
- Caterina de’ Medici. Una fiorentina sul trono di Francia, realizzazione teatrale della Fondazione CR Firenze (CATERINA DE’ MEDICI. Una fiorentina sul trono di Francia)
- Caterina de’ Medici La regina nera (Caterina de’ Medici: le Regina nera #theserpentqueen)
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- Leonie Frieda, Catherine de Medici, London, Phoenix, 2005.
- Ridolfo Mazzucconi, La notte di San Bartolomeo (1572), A. Mondadori Editore, Milano, 1933.
- Alessandra Necci, Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia, Venezia, Marsilio 2019.