BENITO MUSSOLINI: RIASSUNTO IN BREVE, ARTICOLI E TIMELINE CON DATE CHIAVE

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29/07/1883
Nascita di Mussolini
Nascita di Benito Mussolini a Predappio, primogenito di Alessandro e Rosa Maltoni
10/11/1912
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Nomina di Mussolini quale direttore del quotidiano socialista Avanti!
23/03/1919
Fondazione dei Fasci
In piazza San Sepolcro a Milano fondazione dei Fasci di combattimento
28/10/1922
Marcia su Roma
Manifestazione armata organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF)
25/07/1943
Caduta del regime
Mussolini sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo e arrestato dai carabinieri
28/04/1945
Morte di Mussolini
Cattura e morte violenta di Mussolini e della compagna Claretta Petacci
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Nascita e giovinezza

Benito Amilcare Andrea Mussolini nasce a Dovia di Predappio (FC) nel 1883, da un fabbro socialista e una maestra elementare cattolica. Iscritto al Partito Socialista dal 1900, dopo circa un decennio di attività politica e giornalistica, diviene nel 1912 esponente di spicco dell’ala massimalista del socialismo italiano e direttore dell’Avanti!. Nel 1914 Mussolini si scontra con il partito sulla questione dell’interventismo, venendo espulso e mutando radicalmente concezione politica.

Mussolini e i Fasci di combattimento

La Prima guerra mondiale precipita il paese in condizioni socio-economiche simili a quelle dei paesi sconfitti. La classe dirigente liberale deve guidare un paese in cui povertà e analfabetismo sono endemici e il problema del reducismo contribuisce all’instabilità politica. Oltre alle insoddisfazioni per la “vittoria mutilata”, culminate nell’impresa di Fiume, la principale minaccia all’assetto politico arriva dalla stagione di lotte operaie e contadine del Biennio Rosso, tra 1919 e 1920. L’emergere del fascismo è legato alla paura dei grandi proprietari terrieri che li porterà a finanziare per primi i Fasci di Combattimento.

Il partito dei Fasci nasce nel 1919 con un’ispirazione politica eclettica e mal definita. La durissima sconfitta alle elezioni di quell’anno, stimola la virata verso la violenza politica antisocialista, lo squadrismo. Particolarmente noto è l’assalto alla sede dell’Avanti! il 15 aprile 1919, in cui i Fasci ottengono visibilità nazionale. Candidandosi nelle liste del Blocco Nazionale, 35 deputati fascisti riescono a entrare in parlamento nel 1921. Temendo che ormai i suoi finanziatori ritenessero conclusa la minaccia socialista e avendo constatato la connivenza delle forze dell’ordine, Mussolini decide per l’azione diretta: il 28 ottobre 1922, migliaia di militanti del nuovo PNF (Partito Nazionale Fascista) giungono a Roma, minacciando di prendere il potere con la forza.

Mussolini al potere

Vittorio Emanuele III rifiuta di inviare l’esercito e conferisce l’incarico di governo a Mussolini, che pure non aveva partecipato alla marcia. Le ragioni di questo gesto sono varie e parzialmente ignote, ma sicuramente la personalità debole del Re e la paura della casa Sabauda di possibili derive antimonarchiche hanno avuto un ruolo. Una dura prova per la tenuta del governo è lo scandalo dell’omicidio Matteotti del 1924, cui segue la secessione dell’Aventino. La scelta delle sinistre di abbandonare il parlamento permette il varo delle leggi fascistissime del 1925-1926, che segnano il definitivo consolidamento del regime.

Il fascismo muta più volte condotta ideologica. Un tema ricorrente lo descrive come terza via, tra capitalismo internazionale e socialismo/comunismo, verso l’uomo nuovo. Il fascismo condivide la volontà palingenetica di altre ideologie novecentesche, aspiranti alla ricostituzione della società attraverso l’azione politica. Radicalmente contrapposto al comunismo, il fascismo rispetta la proprietà privata e concilia elementi tradizionalisti e spiritualisti, con una chiara ispirazione positivista di fiducia nella tecnologia.

Mussolini e il fascismo

Tra 1921 e 1922, la condotta del partito viene definita da Mussolini Relativismo politico, sprezzante di schemi prefissati e funzionale al mantenimento di autonomia politica. Il consolidamento del regime favorisce un’involuzione autoritaria e un sempre maggiore disprezzo del parlamentarismo. Durante gli anni Trenta il bellicismo e il militarismo diventano cruciali e l’apice del successo di Mussolini è raggiunto durante la guerra all’Etiopia nel 1935-36, preceduta da una forte propaganda contro le democrazie “plutocratiche”, colpevoli di negare all’Italia il suo “posto al sole”. Dal 1934, la propaganda si rivolge all’obiettivo dell’Autarchia, che esaspera l’esaltazione dell’identità nazionale e del patriottismo, mirando all’autosufficienza del paese.

Il successo del fascismo è dovuto anche al carisma di Mussolini come leader e comunicatore. Mussolini adotta frasi brevi, con movimenti ampi e una mimica facciale espressiva, alterando spesso il tono della voce. Adatta perfettamente il registro agli astanti, con discorsi performativi in cui crea un comune orizzonte valori costruito sul pubblico di riferimento. Già nel 1934, l’anarchico Camillo Berneri pubblica dalla Francia Mussolini grande attore, in cui modi e movenze del Duce vengono ricollegati alla tradizione teatrale italiana otto-novecentesca.

Il regime si è rivolto a problematiche ecologiche e sanitarie, con provvedimenti di bonifica agraria, edilizia e infrastrutturale. Celebre è la Battaglia del grano inaugurata nel 1925 per limitare la dipendenza cerealicola dell’Italia dall’estero. Nel 1929 Mussolini trova nei Patti Lateranensi un fondamentale accordo con il Vaticano che garantisce l’appoggio del cattolicesimo. In politica economica, Mussolini sviluppa una sempre maggiore tendenza dirigista. L’aumento del potere d’acquisto italiano è l’obiettivo di Quota Novanta, politica mirata al raggiungimento di un valore di cambio 1:90 tra sterlina e lira. Con l’Autarchia, per conciliare le varie realtà economiche con l’unità nazionale, il fascismo ricorre al corporativismo.

Alleanza di Mussolini con Hitler

All’estero Mussolini viene a lungo considerato un leader ragionevole, apprezzato per il suo anticomunismo. Importanti azioni di politica estera sono l’opposizione all’annessione tedesca dell’Austria nel 1934 e la partecipazione alla Conferenza di Monaco nel 1938. L’Italia e la Germania forniscono poi un supporto decisivo alla fazione nazionalista nella Guerra civile spagnola.

L’alleanza tra Italia e Germania matura nella seconda metà degli anni Trenta, grazie al sostegno diplomatico tedesco alla causa etiope. Hitler, ammiratore di Mussolini, lo percepisce come possibile alleato nei rapporti con le democrazie occidentali, oltre a condividerne il feroce anticomunismo. L’Asse Roma Berlino, del 1936 si consolida attraverso la guerra in Spagna, arrivando nel 1939 all’alleanza militare del Patto d’Acciaio. In questo contesto vanno comprese le leggi antisemite del 1938.

Mussolini e la guerra

L’invasione della Polonia nel 1939 coglie impreparato Mussolini che dichiara guerra a Francia e Regno Unito solo il 10 giugno 1940. Sarebbe però sbagliato dipingere un’Italia costretta al conflitto: Mussolini aspirava a sedersi da vincitore al tavolo delle trattative, con “qualche migliaio di morti” a motivare un espansione territoriale italiana. Mussolini vuole rendere l’Italia egemone nel Mediterraneo attraverso la guerra parallela, condotta nei Balcani, in Albania e in Grecia. I soldati italiani compiono atrocità in vari teatri di guerra, rendendo assolutamente inadatta la concezione del “cattivo tedesco e del bravo italiano”. L’impresa italiana più tragica è la campagna di Russia del 1941.

In seguito alle disastrose conseguenze della guerra, la notte del 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo dichiara Mussolini decaduto e il Duce viene arrestato per ordine del Re; principale artefice di tale manovra fu il gerarca Dino Grandi, genero di Mussolini. Liberato dai paracadutisti tedeschi da una prigione sul Gran Sasso, comanda nel 1944 lo stato fantoccio della Repubblica Sociale Italiana. Il 28 aprile 1945, viene ucciso a colpi di fucile mentre cerca di lasciare il paese in seguito alla Liberazione. Il suo cadavere viene appeso in Piazzale Loreto a Milano.

I giudizi su Benito Mussolini

Dal secondo dopoguerra la storiografia ha formulato vari giudizi sul fascismo, restituendo l’immagine di Mussolini dittatore cinico e crudele, pur riconoscendone indiscutibile intelligenza e carisma. Mussolini è responsabile della morte di milioni di persone e questo deve essere il punto di partenza di ogni giudizio sulla sua figura. Tuttavia, come spesso accade, la distanza storica dagli eventi favorisce ingiustificate riabilitazioni, specialmente a causa del mancato processo di epurazione degli elementi fascisti dalle istituzioni della repubblica.

A cura di Andrea Fatticcioni, laureato magistrale in “Storia e Civiltà”

– D. M. Smith, Mussolini, Rizzoli, Milano, 2021.
– F. Chabod, L’Italia contemporanea (1918-1948), Einaudi, Torino, 2024.