CONTENUTO
Le battaglie di Cassino sono quattro e fanno parte del periodo più cruento che l’Italia vive sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Siamo tra il gennaio e maggio del 1944 nella Città Martire, da sud salgono le forze militari alleate, mentre a nord ci sono le postazioni tedesche. Cassino è proprio al centro della linea Gustav che separa le due parti contrapposte. Qui si combattono quattro battaglie. Si combatte con la neve d’inverno e con il torrido caldo d’estate. I soldati del Commonwealth combattono a fianco delle truppe americane, francesi e polacche per conquistare Montecassino, fulcro delle difese tedesche in Italia.
La prima battaglia di Cassino (novembre 1943 – gennaio 1944)
La prima battaglia di Cassino riguarda l’offensiva alleata che sta organizzando la conquista dei territori sulla linea Gustav durante il periodo invernale e la possibilità dell’apertura di una breccia proprio in corrispondenza del bacino del fiume Rapido. Per questo viene redatto un piano che dev’essere reso operativo grazie agli uomini del XV Gruppo d’Armate. Il piano prevede un’offensiva convergente sulla città di Roma attraverso due Armate che devono portare avanti un’operazione anfibia sulle coste del Mar Tirreno. Per questo l’operazione cinque prevista è suddivisa in tre tempi.
Il primo tempo, ha inizio il 20 novembre 1943 con l’attacco da parte dell’Ottava Armata britannica con obiettivo di un fronte militare su Collarmele, Popoli e Pescara al fine di riuscire a essere una minaccia da Avezzano per il tergo delle truppe tedesche che sono schierate in tutta la Valle del Liri. Il secondo tempo parte il 1 dicembre con l’attacco della Quinta Armata lungo la Valle del Liri e del Sacco. Un territorio che si trova a cavallo della via Casilina. Un’operazione che ha come obiettivo Frosinone. Infine, il terzo tempo parte il 20 dicembre con lo sbarco alle spalle dell’ala destra dell’esercito tedesco in modo da favorire l’avanzata della Quinta Armata verso la capitale. Una volta rotta la linea invernale, si ritiene che l’avanzata possa procedere più velocemente fino a Frosinone.
L’operazione Anglo-americana per raggiungere Roma fallisce
Nel momento in cui viene messo in atto il piano, i generali ritengono che questa sia l’occasione giusta per tentare l’operazione di convergenza delle armate su Roma, obiettivo ultimo per cui si sta combattendo. L’Ottava Armata, a causa del cattivo tempo, deve rimandare l’attacco previsto dal 20 al 28 novembre. Nonostante ciò l’Armata ha un inizio molto promettente tanto che i reparti del V Corpo vengono appoggiati dagli uomini dell’aviazione, e conquistano Lanciano e S. Vito Chietino. Tuttavia, l’esercito tedesco accresce la sua resistenza su tutto il fronte del V Corpo dove si sviluppa tutta una serie di violenti contrattacchi.
Il fronte del XIII Corpo d’Armata subisce la tenace resistenza tedesca della Prima Divisione paracadutisti che rende impossibile ogni tentativo Anglo-americano di spingersi avanti. A causa di ciò, L’Ottava Armata viene costretta a una breve sosta al fine di pianificare nuovamente le operazioni da riprendere poi a partire dal 10 dicembre. Ma, in questo momento, anche i tedeschi rinforzano il loro sistema difensivo riuscendo anche a protrarre la lotta di logoramento fino al giorno di Natale.
Dal 1 dicembre, inizia la preparazione aerea prima e d’artiglieria poi. Successivamente scatta un attacco verso la regione di Vallenova e Monte Maggiore. Ma l’esercito alleato riesce a occupare solo Monte Maggiore. Sul resto del fronte continuano attacchi e contrattacchi. In questo modo la lotta continua sino al 17 dicembre 1943 quando i tedeschi cedono e ripiegano verso la fine del mese sulla Linea Gustav. Così la prima battaglia di Cassino si conclude con un fallimento. Ugualmente, anche il piano degli alleati di raggiungere rapidamente Roma fallisce.
La seconda battaglia di Cassino: la lotta di logoramento intorno la città e lo sbarco ad Anzio (gennaio – marzo 1944)
A seguito del fallimento della prima battaglia, gli alleati preparano un nuovo piano di cui si parla il 25 dicembre 1943 alla conferenza di Tunisi dove il primo ministro britannico Winston Churchill sollecita l’occupazione della città di Roma. Non ritenendo probabile un aumento a favore dell’esercito tedesco che si trova lungo le rive del fiume Garigliano, anche per il predominio aereo delle forze alleate, si decide di persistere in un’offensiva, concentrando gli sforzi bellici, questa volta, nel solo settore dei fiumi Rapido e Garigliano, con una operazione anfibia per conquistare Anzio. La tattica militare è quella di schierare la Quinta Armata a cavallo della via Casilina e dal basso Garigliano.
Un’operazione complementare con lo sbarco ad Anzio. Mentre L’Ottava Armata effettua una serie di azioni dimostrative lungo il litorale adriatico. Intendimenti e compiti particolari dei tedeschi vengono sintetizzati dagli ordini di Adolf Hitler, nei quali viene precisato che la zona della linea Gustav tra i fiumi Sangro, Rapido, e Garigliano, deve tenere ad ogni costo. Il 12 gennaio 1944 inizia l’offensiva, che viene intensificata il 21, tanto bene che le forze dell’alleanza riescono ad affermarsi saldamente sul lato destro del Rapido e occupano Cairo concentrando la lotta verso la città di Cassino. Contemporaneamente non abbiamo risultati apprezzabili sul Garigliano, dove il Decimo Corpo d’Armata viene bloccato dai contrattacchi tedeschi.
Ai primi di febbraio, gli Alleati constatano il fallimento della Quinta Armata. Le forze tedesche impiegate, sono riuscite ad impedire l’avanzata degli eserciti alleati verso valle del Liri, e difendono i pilastri di Montecassino e di Monte Maio. Un fallimento che viene imputato alla mancata gravitazione, e si decide di concentrare tutti gli sforzi su Cassino. Abbiamo la Quarta Divisione che raggiunge la quota di 593 chilometri d’altura, gli stessi dell’Abbazia di Montecassino. Mentre, la Seconda Divisione va a sud dell’abitato della vecchia Cassino per cercare di forzare il passaggio del Rapido.
Il bombardamento dell’abbazia di Montecassino
I generali americani e inglesi pianificano il bombardamento dell’abbazia di Montecassino. L’attacco viene però subito stroncato a causa dell’inizio della controffensiva tedesca contro le unità Anglo-americane che arrivano da Anzio. Dopo alcuni iniziali successi tedeschi, il Comando alleato riprende l’offensiva con un obiettivo ancora più limitato del precedente, l’altura di Montecassino. Anche dopo che l’esercito tedesco assicura di non occupare mai l’abbazia di Montecassino viene presa la decisione di bombardare l’edificio.
I comandanti americani ed inglesi non hanno prove concrete della presenza di forze naziste nel monastero quando viene comunque dato l’ordine per un attacco aereo disposto sulla base di informazioni parziali. Così, il 15 febbraio 1944 l’abbazia viene bombardata. Si parla di un vero e proprio disastro, con oltre duecento bombardieri americani e inglesi che sganciano centinaia di tonnellate di esplosivi e riducono in macerie una delle abbazie più antiche mai costruite. Moltissimi sono gli sfollati e ben 230 le vittime. Ma stime successive tendono comunque ad aggravare il bilancio dei morti. Per la comunità cassinate è una ferita che non si rimargina.
Fallisce anche questo tentativo per avanzare verso Roma
Un nuovo attacco ha inizio il 18 marzo 1944. Dopo aver completamente gettato al suolo l’abitato di Cassino e del rilievo della Rocca Janula, la lotta si protrae sino al 23 marzo. Solo allora, il Comando alleato sospende l’azione militare, rafforzando le proprie posizioni su Colle S. Comeo e Altura della Rocca a nord-est di Cassino e della stazione ferroviaria. Ma anche questa seconda fase della guerra che si combatte ai piedi di Montecassino si conclude con il fallimento del terzo attacco da parte delle forze alleate che non riescono a sfondare contro le truppe tedesche. Per il momento, l’avanzata verso Roma resta sospesa.
La terza battaglia di Cassino: La rottura ed il tentativo di aggiramento (11 maggio – 4 giugno 1944)
Il Quindicesimo Gruppo d’Armate non modifica i piani della seconda battaglia, e stabilisce lo sforzo principale lungo la valle del Liri e del Sacco, a cavallo della via Casilina. L’obiettivo resta sempre Roma. Le azioni della Quinta Armata devono facilitare la manovra agendo sul fianco sinistro. Viene data una notevole libertà d’azione ai Comandanti delle Armate, tanto da modificare la condotta del Comandante del Quindicesimo Gruppo di Armate. Infatti, invece di eseguire un’azione frontale sul Garigliano per poi aggirare l’esercito tedesco con lo sbarco di Anzio, la Quinta Armata effettua lo sforzo principale per occupare la capitale.
In effetti, i tedeschi possiedono una notevole organizzazione difensiva, specialmente a nord della via Casilina, dove hanno delle forze di presidio di modesta entità e scarso appoggio d’aviazione. Sempre molto accurata è l’organizzazione del fuoco e del contrattacco. È l’11 maggio del 1944 quando inizia una preparazione di artiglieria che si estende subito su tutto il fronte dei fiumi Garigliano e Rapido. Va detto che gli eserciti alleati non ottengono dei risultati decisivi fino al 14 maggio, quando la situazione si sviluppa in maniera più favorevole e conquistano Monte Maio, fino ad arrivare nella valle dell’Ausente, a S. Apollinare e S. Giorgio.
Il 15 maggio, con la conquista di Spigno Saturnio, gli eserciti Anglo-americani arrivano alla conca di Ausonia. Il 16 c’è avanza della fanteria marocchina mentre il 17, la resistenza dei tedeschi a Formia segna uno stop. Si riprende ad avanzare il 20 maggio, con la rottura definitiva dell’intera organizzazione difensiva dei tedeschi. In questo stesso periodo si sviluppano alcuni avvenimenti sul fronte dell’Ottava Armata da parte del II Corpo d’Armata dell’esercito polacco.
Anche la terza battaglia si conclude senza uno sfondamento della linea Gustav
Dopo alcuni tentativi, il 17 maggio 1944, l’esercito polacco riesce ad occupare alcune postazioni tra cui anche l’Abbazia di Montecassino. Intanto, la Quinta Divisione occupa Colle S. Angelo. Intanto, viene deciso di attaccare anche dalla parte frontale dello sbarco di Anzio in direzione nord-est, quella per Cisterna e Cori, Valmontone. L’attacco inizia il 23 maggio 1944, e dopo quattro giorni di combattimento gli Alleati raggiungono i dintorni di Lanuvio, Velletri, Valmontone, Artena. In questo momento tutto è ancora fermo, serve una nuova battaglia per sfondare definitivamente e muoversi verso Roma.
La quarta battaglia di Cassino (11-18 maggio 1944). Quante vittime?
Lungo la linea Gustav, dove infuria la guerra, la battaglia di Montecassino è uno snodo cruciale per decidere le sorti del conflitto. Proprio lungo il perimetro dell’antica abbazia fondata da S. Benedetto nel 529 d.C. vediamo fronteggiarsi senza esclusione di colpi l’esercito tedesco e le armate dell’alleanza guidate da Stati Uniti e Gran Bretagna. In supporto dei battaglioni Anglo-americani, arrivano soldati da tutto il mondo. Troviamo indiani, neozelandesi, e nepalesi. Combatte anche l’esercito francese, comprese le truppe delle colonie provenienti dal Marocco e Algeria. Ci sono anche l’esercito sudafricano, i polacchi guidati dal generale Władysław Albert Anders.
Ma c’è anche un contingente italiano proveniente dal Regno del Sud. Infatti, la realtà politico-amministrativa del meridione, è che l’esercito fa capo a re Vittorio Emanuele III di Savoia e al capo del governo italiano Pietro Badoglio. L’attacco che parte l’11 maggio 1944, per terminare il 18 maggio, è quello risolutivo. Nella quarta battaglia per Cassino, è il corpo militare polacco, sotto la guida del generale Anders a conquistare finalmente la vetta di Cassino, pur se con numerose perdite di giovani soldati che sacrificano la propria vita per la causa. Mentre, la spedizione dell’esercito francese, sotto la guida del generale Alphonse Juin, aggira abilmente le postazioni tedesche su un altro passaggio, e gli costringe alla ritirata verso nord. La zona di Cassino viene completamente distrutta. Qui perdono la vita circa duemila civili.
Il comandante Mark W. Clark ricorda la sanguinosa fine della battaglia di Cassino
Qualche tempo dopo la fine della guerra parla Mark W. Clark, comandante della Quinta armata statunitense. Il comandante è tra i principali collaboratori del generale americano Dwight Eisenhower durante il secondo conflitto mondiale. Clark ricorda la battaglia di Cassino come la più estenuante, la più angosciante e, per certi versi, la più tragica, di tutte le fasi della guerra in Italia. Certamente, le battaglie di Cassino, con i vari episodi, sono tra le più dure della seconda guerra mondiale. Addirittura, costituiscono uno snodo significativo della campagna d’Italia.
D’altra parte, l’avanzata degli eserciti alleati, a seguito dello sfondamento della linea Gustav, hanno anche un enorme valore simbolico per la liberazione di Roma capitale dai nazifascisti. Solamente nel 1945, dopo la fine della guerra, iniziano i progetti per la ricostruzione dell’abbazia esattamente come prima e nello stesso spazio. Ne parla l’abate Ildefonso Rea, anche se bisogna aspettare il 1964, con l’appoggio di papa Paolo VI, per avere nuovamente il monastero benedettino in tutto il suo splendore.
Riassunto: le battaglie di Cassino
Le battaglie di Cassino, si svolgono tutte e quattro tra gennaio e maggio 1944, rappresentano uno dei periodi più cruenti della Seconda Guerra Mondiale in Italia. Cassino si trova al centro della linea Gustav, con le forze alleate a sud e quelle tedesche a nord. Gli eserciti del Commonwealth, americani, francesi e polacchi, combattono per conquistare Montecassino, fulcro delle difese tedesche.
Prima battaglia (novembre 1943 – gennaio 1944): A partire dal 20 novembre 1943, l’Ottava Armata britannica attacca in direzione di Roma. Nonostante un inizio promettente, le truppe alleate si trovano di fronte a una resistenza tedesca tenace. Il piano iniziale fallisce, e il 17 dicembre i tedeschi ripiegano sulla linea Gustav, segnando la fine della prima battaglia.
Seconda battaglia (gennaio – marzo 1944): Dopo il fallimento della prima battaglia, gli alleati pianificano un nuovo attacco, discutendo i dettagli nel dicembre 1943 a Tunisi. L’operazione inizia il 12 gennaio 1944, ma le forze tedesche bloccano l’avanzata alleata. Il bombardamento dell’abbazia di Montecassino avviene il 15 febbraio, causando distruzione e numerose vittime tra i civili. Nonostante gli sforzi, anche la seconda battaglia si conclude senza risultati decisivi il 23 marzo.
Terza battaglia (11 maggio – 4 giugno 1944): Inizialmente, il piano di attacco rimane simile alla seconda battaglia. L’11 maggio 1944, inizia un’intensa preparazione di artiglieria. Gli alleati ottengono progressi significativi entro il 14 maggio, ma la conquista di Montecassino avviene solo grazie alle truppe polacche il 17 maggio. L’avanzata continua verso Roma, e il 23 maggio si avanza verso Valmontone.
Quarta battaglia (11 – 18 maggio 1944): Questa battaglia costituisce l’attacco decisivo. La conquista di Cassino avviene tra il 11 e il 18 maggio, con il corpo polacco che supera finalmente le difese tedesche, supportato da forze di diverse nazionalità. La città viene ridotta in macerie, e circa 2000 civili perdono la vita. La battaglia è considerata tra le più dure della campagna d’Italia e segna un importante passo verso la liberazione di Roma. La ricostruzione dell’abbazia di Montecassino inizia solo nel 1964, dopo anni di attesa, con il supporto di papa Paolo VI.
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- E. Pistilli, La Battaglia di Cassino giorno per giorno, 1999.
- W. Churchill, a cura di A. Chiaruttini, La seconda guerra mondiale, 2022.
- M. Gilbert, tradotto da M. Spinella, La grande storia della seconda guerra mondiale, 2001.
- Walther Nardini, Cassino: fino all’ultimo uomo, Mursia Editore, 2024.