CONTENUTO
Battaglia di Azio: i fatti antecedenti
Marco Antonio e Ottaviano intrecciano le loro vicende 13 anni prima la battaglia. Il loro rapporto è segnato da continui momenti di tensione e qualche momento di calma apparente. Tutto inizia con le Idi di Marzo del 44 a.C. e lettura del testamento di Cesare.
Su questo argomento leggi l’articolo di Mirko Muccilli: Le Idi di Marzo
Il testamento di Cesare e le alleanze
Marco Antonio vuole attrarre seguito politico e decide di leggere pubblicamente il testamento. Con un colpo di scena che spiazza tutti, il dittatore dichiara suo erede il pronipote Ottaviano, che in quel momento è uno sconosciuto sulla scena politica. Non si conoscono i motivi di questa decisione. Sappiamo per certo che durante le Idi di marzo Ottaviano si trova ad Apollonia, luogo dove si sta radunando l’esercito di Cesare, in preparazione alla campagna contro i Parti. È apparentemente ignaro delle decisioni dello zio.
Quindi tutti sono colti di sorpresa, Ottaviano e Antonio inclusi. Da quel momento entrambi devono fare un rischioso gioco di alleanze e ribaltamenti di alleanze. Riassumendo a grandi linee troviamo:
- i cesariani che supportano Ottaviano, sono i veterani che si aspettano un pagamento per i servizi resi e supportano il giovane perché è erede politico-economico di Cesare,
- i cesariani che supportano Antonio, sono i compagni di partito che gli sono rimasti a fianco nel momento di sbandamento provocato dalla morte di Cesare,
- gli ottimati, è tutta quella parte dell’aristocrazia rimasta in ombra nella scena politica, una galassia multiforme per interessi, inclinazioni e metodi d’azione.
Seguono due anni turbolenti, (Marzo del 44 a.C. – Ottobre 42 a.C.) dove la stabilità della repubblica è solo apparente.
La battaglia di Modena, il Secondo Triumvirato, la battaglia di Filippi
Riassumo molto questi due anni:
- in un primo momento Ottaviano e Antonio si scontrano per ottenere il controllo del partito cesariano; gli ottimati cercano di trarre vantaggio da queste divisioni interne al partito di Cesare e cercano di riprendere il controllo delle istituzioni,
- dalle tensioni si arriva allo scontro armato a Modena (Aprile 43 a.C.), questo è il momento in cui Ottaviano e Antonio capiscono che devono allearsi per eliminare i nemici comuni,
- si realizza un accordo nei pressi di Bologna, noto poi come Secondo Triumvirato. L’accordo prevede:
- per Antonio il controllo di Gallia Cisalpina, Gallia Comata e legioni presenti,
- per Lepido il controllo di Spagna Citeriore e Ulteriore e legioni presenti,
- per Ottaviano il controllo di Sicilia, Sardegna, Africa e legioni presenti,
- il governo dello stato senza il concorso di senato e magistrature ordinarie,
- la possibilità di mettere a morte i nemici personali, senza essere puniti (muoiono molti personaggi importanti, tra cui Cicerone),
- la battaglia di Filippi (Ottobre 43 a.C.), con cui i cesariani finalmente vendicano la morte di Cesare.
Ora, senza più “nemici” intorno, i triumviri sono liberi di disegnare il potere a Roma.
La gestione post Filippi e la crisi di Perugia
Gli anni che vanno dal 42 a.C. al 31 a.C. vedono un progressivo accentramento del potere nelle mani di Ottaviano e Antonio. Dopo Filippi:
- Antonio rafforza la sua posizione grazie al prestigio che ottiene dalla vittoria, avvenuta maggiormente per merito suo. Prende il controllo della Gallia Narbonense (oltre i territori che già controlla) e la sistemazione delle province orientali,
- Ottaviano ottiene le Spagne e il difficile compito di sistemare i soldati congedati in Italia,
- Lepido perde terreno politico e militare, perde infatti le Spagne (con più legioni) per l’Africa (con meno legioni).
Antonio cerca un modo per fare morire politicamente Ottaviano. L’Italia infatti, dopo cinquant’anni di guerre civili e continui espropri, è allo stremo e senza terre disponibili. Ma non ha calcolato la risoluzione del giovane. Ottaviano è cosciente che una nuova serie di espropri gli avrebbe procurato dei nemici, ma ha calcolato anche che consegnando terre in Italia si assicura la fedeltà assoluta dei veterani dell’esercito.
Il malcontento si accentra intorno al console Lucio Antonio, fratello di Marco Antonio, e Fulvia, moglie di Marco Antonio (41 a.C.). Le tensioni salgono fino allo scontro militare a Perugia (Febbraio 40 a.C.). Alcune fonti ci dicono che Ottaviano in quell’occasione è spietato e fa giustiziare gli amministratori perugini, ma risparmia Lucio. Probabilmente è riconoscente nei confronti di Antonio, che non prende parti in quell’occasione e resta fedele agli accordi del Triumvirato. Seguono anni convulsi, dove più volte gli avversari si incontrano per ridisegnare i termini dei loro accordi, peraltro segnati da tensioni e spesso disattesi.
Gli accordi di Brindisi
Dopo i fatti di Perugia, Antonio e Ottaviano rinnovano il Triumvirato, in un contesto di guerra civile. Antonio arriva a Brindisi con una flotta, ma trova 5 legioni a impedire lo sbarco. Si teme una guerra civile, ma l’intervento di amici comuni e la mancanza di volontà nelle truppe di combattere, spinge i due a trovare un accordo, noto come accordo di Brindisi (40 a.C.). In base all’accordo:
- Antonio prende il controllo di tutto l’oriente romano e rinuncia alle Gallie,
- Ottaviano prende l’occidente, Gallie incluse.
L’accordo è sigillato con delle nozze, infatti Antonio sposa la sorella di Ottaviano, Ottavia.
La minaccia di Sesto Pompeo e la Battaglia di Nauloco
In quegli stessi anni Ottaviano fronteggia un altra minaccia, Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno. Sesto ha una flotta, con cui:
- controlla i mari occidentali,
- occupa Sardegna e Corsica,
- blocca gli approvvigionamenti di Roma.
La minaccia costringe Antonio a fare ritorno in Italia un anno dopo gli accordi di Brindisi. Sono stipulati gli accordi di Miseno (39 a.C.) tra Antonio, Ottaviano e Sesto. Lepido è ormai nei fatti fuori dai giochi del Triumvirato, viene solo informato degli accordi senza possibilità di parola. Gli accordi prevedono:
- l’estensione della durata del Triumvirato;
- per Sesto il possesso di Sicilia, Sardegna e Acaia nel Peloponneso (in quel momento di Antonio) e la promessa di un futuro consolato;
- la cessazione del blocco degli approvvigionamenti.
Questa volta si chiude il patto con il matrimonio di Ottaviano e Scribonia, nipote di Sesto. Gli accordi hanno vita breve. Antonio non cede l’Acaia a Pompeo, che inoltre si sente insoddisfatto per non essere entrato nel Triumvirato. Riprende il blocco navale e si scatena un nuovo scontro. Ottaviano divorzia da Scribonia, sposa Livia e dopo un inizio disastroso deve chiedere aiuto ad Antonio. Si incontrano a Taranto (38 a.C.) grazie ad Ottavia, che convince il marito a scendere a patti e incontrare il fratello. Ottaviano lo ha offeso per essersi assentato da un precedente incontro a Brindisi per via delle sconfitte subite e la necessità di riorganizzarsi (l’imperizia di comando di Ottaviano diventa un’arma in mano alla propaganda di Antonio.).
Da questo incontro:
- Antonio presta delle navi ad Ottaviano,120 per l’esattezza,
- Ottaviano promette 20 mila uomini per la campagna partica di Antonio,
- viene esteso il Triumvirato per altri 5 anni.
Questa è l’ ultima volta in cui Antonio si trova in Italia e poco dopo Sesto viene sconfitto nella battaglia di Nauloco grazie all’abilità di un uomo di Ottaviano, Agrippa.
Antonio e la campagna contro i Parti
Antonio, nel frattempo, cerca di portare avanti la campagna contro i Parti. Gli scopi sono molti, ma ufficialmente si vuole vendicare la disfatta di Carre del 53 a.C. (su questo argomento leggi l’articolo di Valeria Dieci: La battaglia di Carre). Tuttavia l’obiettivo principale è l’indebolimento di un nemico scomodo per le frontiere orientali del dominio romano.
Per primo passo Antonio riallaccia i rapporti con gli alleati orientali, che erano stati messi in confusione durante la guerra civile, e spinto i Parti ad incursioni audaci in territorio romano. Organizza a Tarso (41 a.C.) un incontro con i regnanti orientali, di cui l’Egitto è il regno più importante e con le maggiori risorse. La relazione tra Antonio e Cleopatra, al di là delle ragioni sentimentali, ha lo scopo di assicurare un alleato importante per rifornire le truppe con equipaggiamento e alimenti.
Antonio conduce una prima campagna, negli anni in cui Ottaviano fronteggia Sesto, con l’obiettivo di stabilizzare le frontiere e cacciare i Parti nel loro territorio. All’altezza del 38 a.C. deve però interrompere le ostilità, per fare la spola dall’Oriente all’Italia e rivedere i suoi accordi con Ottaviano, che è in difficoltà contro Sesto. Riprende nel 36 a.C., dopo una attenta preparazione. Preparazione che non dà i risultati sperati. Ottiene un insieme di vittorie di poco rilievo e assedia la capitale nemica Fraaspa, ma non espugna la città. L’inverno lo costringe a ripiegare e durante la marcia subisce gravi perdite per fame e freddo. Lo abbandona anche il re d’Armenia, Artavsdes.
Questo insuccesso arriva a Roma e Ottaviano lo sfrutta nella sua propaganda. Antonio è costretto a riorganizzare le forze e rinunciare a combattere i Parti. Si concentra così nel punire Artavsdes e rimettere l’Armenia sotto il controllo romano. Questa volta ottiene una vittoria (34 a.C.) e riesce a catturare l’alleato disertore.
Celebra la vittoria, non a Roma come consuetudine, ma ad Alessandria d’Egitto. Un gesto grave agli occhi di tutta la civiltà romana, aggravato ulteriormente dalle donazioni di Alessandria. Infatti Antonio riconosce Cesarione come figlio di Cesare e Cleopatra e i due gemelli partoriti dalla regina (Alessandro Helios e Cleopatra Selene) come figli suoi. Ad ognuno concede territori di dominio romano.
I rapporti tra Ottaviano e Antonio si rompono definitivamente. Ottaviano riesce facilmente a far apparire Antonio come traditore della patria e un despota orientale che usa i territori di Roma come dominio personale. Ha finalmente il pretesto perfetto per muovergli guerra.
Azio
La battaglia di Azio ha luogo nel settembre del 31 a.C. Noi siamo all’altezza del 34 a.C. con le donazioni di Alessandria. Cosa fanno quindi Antonio e Ottaviano in questi anni? Si preparano allo scontro.
I preparativi di Antonio
Antonio fa una lunga preparazione. Tra il 34 a.C. e il 32 a.C. gode di una posizione di vantaggio; organizza un esercito e una flotta e si avvicina lentamente all’Italia, prendendo il controllo di posizioni terrestri e marittime strategiche ai fini di un invasione.
Prende il controllo di Cirene in Africa, da cui partono i rifornimenti e le truppe, e Metone, nel Peloponneso, punto di sbarco per truppe e approvvigionamenti. Inizialmente pone il quartier generale a Patrasso, protetto dalle isole di Leuca e Cefalonia. Mette anche una parte delle truppe ad Azio, nel golfo di Ambracia, da cui può controllare le rotte dirette a Brindisi ed eventualmente far partire un invasione.
Ultima questa preparazione nel settembre del 32 a.C., un anno prima della battaglia. In quell’esatto momento Antonio e Cleopatra, che si trova con lui, hanno a disposizione 500 navi e 19 legioni per un totale di 100 mila uomini circa. Se avessero proseguito con un’invasione, la storia che studiamo oggi probabilmente sarebbe diversa. Tuttavia Antonio preferisce attendere gli avversari sulle posizioni da lui controllate. Le ragioni di questa mancanza di iniziativa non sono note, ma danno il tempo necessario agli avversari per prepararsi.
I preparativi di Ottaviano
Ottaviano non riesce nell’immediato a prepararsi. Tra il 35 a.C. e il 33 a.C. guida personalmente le campagne contro gli Illiri e ottiene finalmente un successo sul piano militare. Oltre al prestigio ottenuto, mette sotto il suo controllo una regione strategica per accedere in Italia.
Si dedica poi a preparare il conflitto contro Antonio. Possiamo dividere questa preparazione in due aspetti:
- quello ideologico
- quello militare
Preparazione ideologica alla battaglia di Azio
Ottaviano ha un gioco estremamente facile a presentare lo scontro che si profila come uno scontro tra occidente romano e oriente egiziano. Rafforza questa opposizione di civiltà con il Totius Italiae, un giuramento che aggrega i popoli della penisola, minacciati da un traditore e una regina straniera e che hanno trovato in Ottaviano il loro difensore.
Viene quindi dichiarata guerra secondo la formula dello Iustum Bellum (la guerra giusta), dichiarazione fatta a Cleopatra. Infatti non si può usare questa formula contro un cittadino romano.
Preparazione Militare
Sul piano militare riesce a creare, con l’aiuto di Agrippa, una flotta di 400 navi e un esercito di 98 mila uomini. Procede quindi ad attaccare l’avversario. Agrippa, che comanda la flotta, non si dirige immediatamente ad Azio. Attacca e conquista Metone e taglia così la possibilità di rifornimento degli avversari. Prende poi possesso dei porti di Leucadia e Patrasso, costringendo gli avversari ad ammassarsi ad Azio nel golfo.
Nel frattempo Ottaviano arriva in Epiro e si attesta nella parte nord del golfo di Ambracia, di fronte Azio. Riesce anche a respingere un attacco di Antonio. Circonda così gli avversari con una manovra a tenaglia in un’area dai margini di manovra molto ristretti.
La battaglia di Azio del 31 a.C.
Le dinamiche della battaglia di Azio sono ancora oggi oggetto di discussione in quanto non esiste un resoconto unanime e chiaro. Tuttavia c’è un elemento su cui tutti concordano e che ha condizionato l’esito:
- la migliore manovrabilità della flotta di Ottaviano
Infatti la flotta di Antonio è composta da 500 navi, certo superiore per numero a quella di Ottaviano, ma sono delle pesanti navi con bassa manovrabilità chiuse in un golfo stretto. La flotta di Ottaviano conta meno imbarcazioni, ma sono più piccole e più facili da pilotare.
Altri elementi di debolezza per Antonio sono la perdita di validi collaboratori, che fuggono in quanto non hanno più fiducia nel loro comandante e la composizione dell’esercito, sicuramente imponente, ma con truppe di diversa provenienza, male addestrate e non abituate a combattere come i legionari.
La battaglia è una sorta di assedio navale, che non dura molto. Secondo Patercolo e Plutarco Ottaviano si trova sull’ala destra della flotta, Non si sa bene se è lui a comandare o è aiutato da un certo Lurio nel comando. Plutarco ci dice che l’ala sinistra della flotta antoniana attacca l’ala destra. A questo punto l’ala su cui si trova Ottaviano ripiega nel tentativo di far uscire la flotta antoniana e fare un accerchiamento
Secondo Cassio Dione invece è l’accerchiamento delle due ali della flotta ottaviana a costringere Antonio ad un avanzamento per non restare bloccato nel golfo. Inizia così lo scontro vero e proprio. Sull’altro lato degli schieramenti Cleopatra fronteggia Agrippa. Anche qui le fonti discordano sugli eventi. Non si capisce bene se Cleopatra, osservando quanto accade e preso atto che non si può vincere o forse per semplice paura, decide di sfondare in mezzo alle navi nemiche. Navi nemiche che hanno creato un piccolo varco, forse involontariamente.
Alcuni ipotizzano che il varco sia una trappola psicologica di Agrippa, che confida nella paura della regina al vedersi circondata e senza via di fuga nel golfo. Crea un esca mentale, la speranza della fuga con un piccolo varco nel mezzo delle sue navi. La induce a fuggire. Noi conosciamo solo l’esito. Infatti Cleopatra sfonda con in mezzo a questo varco. Crea un passaggio e comincia a far rotta verso l’Egitto. Antonio, visti i movimenti dell’amante e ancora una volta non ne conosciamo le ragioni, la segue e abbandona le truppe rimaste a terra.
Le navi rimaste sono catturate. Augusto stesso nelle Res Gestae ci dice che hanno catturato 300 navi. Le altre sono distrutte. Secondo Plutarco le truppe rimaste a terra, comandate da Canidio, ricevono l’ordine di rientrare, tuttavia incredule che il loro comandante li abbia vigliaccamente abbandonati lo attendono invano per sette giorni. Infine, compreso di essere state lasciate al loro destino, si arrendono.
Conclusione
L’articolo finisce qui. Spero sia stata una lettura piacevole ed esauriente, seppur lunga. Vi lascio al solito dei testi e dei video link da consultare, dove potete approfondire questo argomento che ancora oggi è sede di dibattito. Infine vi invito a seguire FATTI PER LA STORIA su tutti i profili (sito e social).
Video suggeriti
Da Scripta Manent di Roberto Trizio, La battaglia di Azio. Antonio e Cleopatra sfidano Roma,
Da La Biblioteca d’Alessandria, La battaglia di Azio – Storia di Augusto (Imperatores 0\E) [Pillole di Storia]