CONTENUTO
di Mattia Corti
La battaglia della Somme si è svolta tra il luglio e il novembre del 1916. È conosciuta per essere stata uno degli scontri più sanguinosi della Prima Guerra Mondiale nel quale le forze franco-inglesi si sono contrapposte a quelle tedesche.
La preparazione dell’attacco sul fronte occidentale
All’alba del 1916 per Francia e Regno Unito è ormai chiaro come sia necessaria un’offensiva alleata contro le linee tedesche. In verità già dal dicembre 1915, nella conferenza di Chantilly, i comandi inglesi e francesi si sono convinti di questa necessità in seguito alla disfatta di Gallipoli, quando le forze dell’Intesa sono riuscite a respingere il tentativo franco-inglese di aggiramento del fronte occidentale.
Douglas Haig, comandante della British Expeditionary Force, è convinto che l’attacco debba essere eseguito come un unico colpo, utilizzando tutte le forze disponibili. Joseph Joffre, comandante in capo delle forze armate francesi del fronte settentrionale, non è dello stesso avviso e insiste per una serie di attacchi preparatori su tutto il fronte prima della grande offensiva. Il comandante inglese, anche se riluttante, accetta le richieste dell’alleato francese, rinviando però la data. In tal modo la Triplice Alleanza si è quindi messa in moto per preparare l’attacco.
La Germania del Kaiser Guglielmo II li anticipa nel febbraio 1916 sferrando una grande offensiva a Verdun, la quale impegna severamente le già stremate forze francesi. Joffre nel maggio 1916 fa presente a Haig la pessima situazione francese a Verdun. Egli sostiene la necessità di un attacco alleato alla Somme entro il primo luglio dello stesso anno, in caso contrario le linee francesi saranno «sbriciolate»
Il soldato semplice Frank Lindlay, a testimonianza del rischio di sfondamento a Verdun, ricorda:
«Nel giugno 1916 ci trasferirono di corsa in Francia per un grande assalto. Il nostro compito era liberare i francesi a Verdun. Le stavano prendendo di brutto e dovevamo creare un diversivo».
La battaglia della Somme: lo scenario
La battaglia della Somme è così chiamata per essersi svolta nella Piccardia, regione settentrionale della Francia attraversata dal fiume Somme. Il fronte su cui si combatte è di circa 40 km. Il terreno montuoso ha permesso ai tedeschi di costruire le proprie trincee in cima alle colline, concedendogli una posizione dominante.
Fino a quel momento il Regno Unito non ha mai avuto la necessità di disporre di un grande esercito di terra. La sua predominanza è data dal dominio dei mari dove è egemone incontrastato grazie alla forza della sua marina.
Lord Kitchener, segretario di stato alla Guerra, si incarica del reclutamento. Egli attua una intelligente politica di reclutamento, incentivando la formazione di divisioni in base alla provenienza. Kitchener sostiene come gli uomini sarebbero più invogliati ad arruolarsi se combattessero con concittadini, colleghi o compagni della squadra di calcio. Ottiene molto successo il manifesto diffuso in tutta Inghilterra in cui lo stesso segretario, in toni altamente patriottici, viene mostrato mentre indica l’osservatore. La chiamata alle armi ebbe successo e i pals battalions sono prontamente addestrati per essere pronti entro la fine di giugno.
L’esercito francese, estremamente logorato dalla difesa di Verdun, è obbligato a ridurre il proprio apporto alla battaglia. Il fronte è diminuito da 40 km a 13 km, mentre le divisioni francesi sono ridotte da 40 a 16, di cui solo 5 attaccheranno il 1° luglio.
Dalla parte opposta del fronte i tedeschi possono schierare un numero minore di divisioni. Sono però uomini che hanno goduto di una relativa tranquillità dopo le prime azioni belliche, a differenza delle malconce truppe francesi provenienti da Verdun, e che hanno già combattuto, a differenza delle truppe inglesi appena formate.
La preparazione alla battaglia della Somme
Inizialmente Haig prevede l’attacco per il 29 giugno ma è poi costretto a rimandare per l’avversità del meteo.
Dietro le linee alleate inizia un enorme movimento di truppe e artiglierie. È necessario costruire linee ferroviarie per permettere lo spostamento degli obici che vengono distribuiti su tutta la linea. La maggior parte sono cannoni da diciotto libbre e obici da quattro pollici e mezzo, la concentrazione dell’artiglieria ammonta a 1500 cannoni, circa uno ogni venti metri di fronte. Vengono inoltre scavate gallerie che giungono fin sotto le trincee tedesche, in modo da piazzare gli esplosivi che verranno innescati poco prima dell’assalto.
Nella settimana precedente si assiste ad un pesante fuoco di sbarramento alleato al fine di distruggere trincee e reticolati tedeschi. Secondo le stime, dal 24 giugno alla mattina del 1° luglio, furono 1.75 milioni le granate fatte esplodere sulle linee del Kaiser.
Il caporale Don Murray, riguardo all’eccezionalità di quel cannoneggiamento, ricorda:
«Lavoravamo come castori. Trasportavamo mortai che pesavano venticinque chili ciascuno, due per volta, appesi ad un sacco che portavamo sulle spalle. Li spostavamo dalla trincea di comunicazione alla prima linea. Non finivano mai».
La battaglia della Somme del 1916
Alle 7.30 del 1° di luglio 1916 il bombardamento viene interrotto e 13 divisioni inglesi e 5 francesi si lanciano all’attacco. Nel settore a nord della Somme le disposizioni date da Haig ai propri uomini, riflettendo gli assurdi ordini impartiti un po’ in ogni esercito di quella guerra, consistono nell’avanzare in linea, a passo d’uomo e con le baionette alzate. Molto rapidamente le sei divisioni tedesche che sono stanziate in quel settore escono fuori dai propri rifugi e, una volta posizionate le mitragliatrici, hanno buon gioco sulle inesperte divisioni inglesi.
A sud, i comandi francesi fanno invece avanzare i propri soldati in modo più rapido, avendo già avuto prova della potenza delle mitragliatrici, e riescono a guadagnare molto terreno subendo poche perdite, anche grazie alla scarsa resistenza trovata.
Alla fine della giornata gli inglesi sono stati respinti sulla maggior parte del fronte, con sporadici avanzamenti di divisioni che, una volta conquistato l’obbiettivo, si ritrovano isolate e con alle spalle sacche di resistenza tedesche ancora ai propri posti. Il primo giorno di battaglia costa agli inglesi più di 57.000 perdite.
Viene previsto un nuovo grande attacco il 13 luglio, poi fatto slittare di un giorno. La quarta armata del generale britannico Henry Rawlinson viene incaricata dell’offensiva. I tedeschi, grazie ai giorni di relativa quiete, hanno avuto modo di riorganizzare le difese. L’attacco non ha gli esiti sperati e comporta un gran numero di perdite.
Dopo la delusione del 14 luglio Haig ridimensiona notevolmente i suoi obiettivi, la battaglia della Somme è ora considerata come un tentativo il cui fine è ridurre la pressione su Verdun, non più un’offensiva volta a sfondare le linee tedesche. Si susseguono due mesi di attacchi frammentari, elementi caratteristici della guerra d’attrito.
All’inizio di settembre, dopo la conquista di piccoli villaggi a costo di un numero estremamente elevato di perdite, il fronte britannico ha un andamento continuo per 12 km. Dal bosco di Leuze continua fino all’altura di Combles, luogo in cui il fronte inglese si incontra con quello francese.
L’ultimo grande attacco è previsto per il 15 settembre, le divisioni inglesi schierate sono otto con a supporto i primi esemplari di carro armato. L’azione è coordinata con Joffre, le cui forze attaccano simultaneamente a sud della Somme. Per tutti i giorni seguenti viene esercitata una pressione costante. Nella prima settimana di ottobre i tedeschi hanno ormai ripiegato all’ultima linea difensiva.
Il meteo è però mutato rispetto alle piacevoli giornate estive in cui la battaglia è iniziata, la pioggia ha ormai reso le trincee colme di fango. Allo stesso tempo, le forze alleate sono ancora in balia della difesa tedesca, il cui vigore non è stato scalfito dalle continue ritirate.
Haig, in seguito agli ultimi successi portati dall’armata del generale Gough il 13 novembre, si ritiene soddisfatto della posizione di forza ottenuta nei confronti degli alleati francesi e sospende la battaglia della Somme.
Il conto finale delle perdite consiste in più di 400.000 tra le fila inglesi, 200.000 tra le fila francesi e 460.000 circa tra quelle tedesche.
I carri armati nella battaglia della Somme
Il primo esemplare di carro armato, chiamato Mark I, ha il suo battesimo del fuoco proprio nella battaglia della Somme. Sessanta di queste nuove macchine vengono destinate alla grande offensiva del 15 settembre ma solo trentadue, per via dei difetti di quel primo modello, raggiungono il punto di partenza.
I comandi britannici usano questi prototipi senza tenere conto degli avvertimenti dei costruttori, impiegandoli insieme alla fanteria in piccoli gruppi. Il loro obiettivo è principalmente quello di eliminare i nidi di mitragliatrice, in particolare nove di essi sono decisivi per la presa di Flers. Per la prima volta i soldati sono in grado di sparare o di proteggersi in movimento.
I risultati ottenuti nell’offensiva sono abbastanza marginali, è però importante l’effetto deterrente avuto sulle truppe avversarie: i tedeschi sono terrorizzati da queste enormi macchine che mai hanno visto prima.
A tale proposito il soldato semplice Leonard Gordon Davies ricorda:
«Ero in una trincea lunga e stretta, aspettando di avanzare, quando improvvisamente quei tank spuntarono dal terreno dietro di noi. Avevano un aspetto spaventoso; arrivarono e ci passarono sopra le teste. Quando i crucchi li videro, non sapevano cosa fossero, e si impaurirono. Girarono la coda e fuggirono, con noi a inseguirli».
Il generale von Zwhel, fornendoci un punto di vista dallo schieramento opposto, sentenzia:
«Non fu il genio del maresciallo Foch a batterci, ma il “Generale Tank”»
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- Basil H. Liddell Hart, La Prima Guerra Mondiale 1914-1918, BUR, 2014.
- Martin Gilbert, La storia della Prima Guerra Mondiale, Mondadori, 1998.