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Cuba respinge l’invasione della Baia dei Porci, 17 aprile 1961

Nell'aprile del 1961, le forze castriste respingono l'invasione americana nella Baia dei Porci, segnando una pesante sconfitta per l'amministrazione Kennedy.

di Valerio Spositi
10 Aprile 2022
TEMPO DI LETTURA: 2 MIN

Il 17 aprile 1961 l’esercito cubano respinge l’invasione della Baia dei Porci, pianificata sotto l’amministrazione Eisenhower e organizzata dalla CIA.

La preparazione dell’invasione della Baia dei Porci

La vittoria di Fidel Castro e dei rivoluzionari cubani, sancita dall’arrivo a L’Avana nel gennaio 1959, divenne un serio problema per gli Stati Uniti dal momento che il nuovo governo socialista iniziò a rovesciare totalmente il potere di grandi aziende e banche d’affari americane sull’isola.

La loro nazionalizzazione, la chiusura dei casinò e la fine del turismo sessuale negli alberghi di lusso americani, come la riforma agraria per la redistribuzione delle terre ai contadini, avevano mandato un chiaro segnale di quale piega avesse preso Cuba sotto il nuovo regime castrista. A questo si aggiunse l’immediata collaborazione internazionale con l’Unione Sovietica.

Cuba rappresentava una minaccia per gli Stati Uniti sia dal punto di vista economico – visti gli interessi delle aziende americane colpiti dalle riforme castriste – ma soprattutto dal punto di vista politico. Il nuovo governo socialista di Cuba poneva infatti la minaccia di un’estensione del socialismo anche agli altri stati dell’America Latina, da sempre considerata il “cortile di casa” degli Stati Uniti. Fu in questo contesto che, già sotto la presidenza di Dwight Eisenhower, si pensò di pianificare un’operazione in grado di rovesciare il regime castrista.

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L’operazione Zapata, questo il nome in codice dell’invasione, nacque da Allen Dulles, allora a capo della CIA. I dubbi sulla riuscita di questa operazione, però, attanagliavano il presidente Kennedy e parte del suo entourage. Infatti, ancora all’inizio di aprile, il presidente non era pienamente convinto dei piani di Dulles.

Secondo il presidente, l’operazione avrebbe dovuto essere silenziosa e il ruolo della CIA nell’addestrare i circa 1200 esuli cubani non sarebbe dovuto venire alla luce. Sia la CIA che il presidente Kennedy si accorsero presto di aver drammaticamente sottovalutato la forza dell’esercito di Castro e la volontà del popolo cubano.

baia dei porci
Le forze castriste contrattaccano gli esuli nella battaglia della Baia dei Porci

Il fallimento dell’invasione della Baia dei Porci

Le mappe sulle quali la CIA aveva pianificato l’invasione di Playa Giròn – come viene conosciuta a Cuba – erano datate 1895 e perciò totalmente inadeguate a far fronte a ciò che era divenuta quella spiaggia: piena di rovi, radici e fango. Il 15 aprile otto bombardieri B-26 americani lanciarono un attacco alla flotta cubana distruggendo cinque aerei e danneggiandone un’altra decina. Tra il 16 e il 17 iniziarono gli sbarchi a Playa de la Giròn dove ad attendere gli esuli invasori vi era la flotta cubana insieme all’esercito.

La battaglia durò poco più di tre giorni, durante i quali il coinvolgimento americano iniziò ad essere scoperto e con esso venne meno la mancata copertura aerea degli invasori. Al termine della battaglia, quasi 1200 invasori vennero fatti prigionieri, la Nuova Frontiera kennedyana subì un notevole colpo nell’immaginario globale mentre la figura di Fidel Castro, così come il suo potere, ne uscirono rafforzati.

Valerio Spositi

Valerio Spositi

Ph. D. in Storia degli Stati Uniti d'America presso l'Università degli Studi di Roma Tre. Le sue principali aree di ricerca sono la Black History, la Labor History, la Social History e la Political History. È attualmente Lecturer presso il corso "The United States and the World in the XX Century" nel Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università degli Studi Roma Tre e presso il Center for American Studies di Roma. Nel 2022 è stato Visiting Researcher presso il Roosevelt Institute for American Studies di Middelburg (NL). Nel 2017 ha conseguito la laurea magistrale in Relazioni internazionali ad indirizzo storico presso l'Università degli Studi di Roma Tre con tesi di laurea in Storia degli Stati Uniti dal titolo: "There is a power in a band of workingmen". Ascesa e declino degli Industrial Workers of the World, 1905-1918. Ha conseguito diversi corsi di specializzazione post-laurea in Storia, Politica e Società degli Stati Uniti d'America presso il Center for American Studies e in Storia Contemporanea presso il CISPEA (Centro Interuniversitario di Storia e Politica Euro-Americana). Caporedattore di Fatti per la Storia, cura i rapporti con le Università. Fa parte del Comitato-Scientifico.

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