CONTENUTO
Il 3 novembre 1918 l’Italia e l’Impero austro-ungarico firmano l’Armistizio di Villa Giusti nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino, nei pressi di Padova. L’accordo entra in vigore solo il giorno seguente quando il generale Armando Diaz, con il Bollettino della Vittoria, comunica al popolo italiano la fine della Prima Guerra mondiale.
Verso l’Armistizio di Villa Giusti
La mattina del 29 ottobre 1918, mentre le truppe italiane continuano la loro avanzata inarrestabile verso Vittorio Veneto, il Comando Supremo dell’esercito austriaco dirama l’ordine della ritirata generale sulle posizioni delle vecchie frontiere e incarica il capitano austro-ungarico Camillo Ruggera di intavolare le trattative di armistizio con l’Italia. Qualche minuto dopo le dieci Ruggera esce dalle trincee di Serravalle, in Val D’Adige, sventolando una bandiera bianca; porta con sé una lettera firmata dal generale Walter von Webenau con la quale esterna agli avversari l’intenzione degli austriaci di firmare immediatamente un armistizio.
Lo Stato Maggiore italiano, però, intende sfruttare il più possibile l’avanzata in corso e decide di prendere tempo e rimandare Ruggera dai suoi superiori con la richiesta di proposte più precise e circostanziate. Contemporaneamente il Comando supremo del generale Armando Diaz incita le truppe di mettere le “ali ai piedi” per raggiungere il prima possibile i vecchi confini nazionali.
Quel pomeriggio le avanguardie dell’VIII Armata italiana arrivano a Vittorio Veneto dilagando poi nella pianura veneta e friulana fino al Cadore. Nella serata del 30 ottobre il generale Walter von Webenau supera le linee italiane accompagnato da alcuni ufficiali; dopo lunghe soste ai vari sotto-comandi, la delegazione austriaca viene accompagnata prima a Verona e poi a Padova, nella sobria residenza di Villa Giusti di fine ottocento.
Nel frattempo il Comando supremo si mette in contatto con il Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando che in quelle ore si trova a Parigi per un vertice con i paesi alleati; vengono allora redatte le condizioni generali dell’armistizio che prevedono che all’Italia vengano consegnati tutti i territori austriaci previsti dal Patto di Londra: Trento, Bolzano e il “confine naturale” al Brennero, Trieste e l’intero territorio fra l’Isonzo e la dorsale delle Alpi Giulie, l’Istria (esclusa Fiume) e la Dalmazia da Zara a Sebenico. Viene comunque reso chiaro che le trattative sono subordinate a quelle che si sarebbero tenute in seguito a Versailles.
Armistizio di Villa Giusti: 3-4 novembre 1918
Il generale Diaz delega al Maresciallo Generale del Regno Pietro Badoglio l’onore di trattare con gli austriaci. Insieme a Badoglio vi è l’interprete capitano Giovanni Battista Trenner, cognato di Cesare Battisti, il patriota e irredentista italiano impiccato dagli austriaci il 12 luglio 1916. Alle nove e trenta del 1 novembre 1918 le due delegazioni iniziano i lavori per la stesura del testo dell’armistizio che deve regolare le condizioni di resa dell’impero asburgico.
Una volta accettate le condizioni generali stabilite dal consiglio interalleato di Parigi la discussione con gli austriaci riguarda principalmente il momento della cessazione del fuoco che gli italiani vogliono rimandare di qualche ora. Il 3 novembre si svolge la riunione finale delle trattative e nel tardo pomeriggio Badoglio e von Webenau firmano il documento che mette fine a quarantuno mesi di guerra. L’armistizio entra in vigore alle ore 15:00 del 4 novembre 1918 e questo intervallo di tempo permette alle forze italiane di raggiungere i vecchi confini, di sbarcare a Trieste e di entrare a Trento.
Il testo dell’Armistizio di Villa Giusti
1 – Clausole militari:
– Cessazione immediata delle ostilità per terra, per mare e nel cielo.
– Smobilitazione totale dell’esercito austro – ungarico e ritiro immediato di tutte le unità che operano sul fronte dal Mare del Nord alla Svizzera. Non sarà mantenuto sul territorio austro-ungarico, nei limiti più sotto indicati al 3, come forze militari austro-ungariche, che un massimo di 20 divisioni ridotte all’effettivo di pace avanti guerra. La metà del materiale totale dell’artiglieria divisionale, dell’artiglieria di corpo di armata, nonché il corrispondente equipaggiamento, a cominciare da tutto ciò che si trova sui territori da evacuare dall’esercito austro – ungarico, dovrà essere riunito in località da fissarsi dagli Alleati e dagli Stati Uniti, per essere loro consegnato.
– Sgombro di tutto il territorio invaso dall’Austria – Ungheria dall’inizio della guerra e ritiro delle forze austro-ungariche, in un periodo di tempo da stabilirsi dai Comandanti supremi delle forze alleate sulle varie fronti, al di là d’una linea così fissata: DaI Pizzo Umbrail sino a nord dello Stelvio, essa seguirà la cresta delle Alpi Retiche fino alle sorgenti dell’Adige e dell’Isargo passando per Reschen, il Brennero e i massicci dell’Oetz e dello Ziller; quindi volgerà verso sud attraverso i monti di Toblach e raggiungerà l’attuale frontiera delle Alpi Carniche seguendola fino ai monti di Tarvis.
Correrà poscia sullo spartiacque delle Alpi Giulie per il Predil, il Mangart, il Tricorno, i passi di Podberdo, di Podlaniscan e di Idria; a partire da questo punto, la linea seguirà la direzione di sud-est verso il Monte Nevoso (Schneeberg), lasciando fuori il bacino della Sava e dei suoi tributari; dallo Schneeberg scenderà al mare includendo Castua, Mattuglie e Volosca. Analogamente tale linea seguirà i limiti amministrativi attuali della provincia di Dalmazia, includendo a nord Lisarica e Tribanj e a sud tutti i territori fino ad una linea partente dal mare vicino a Punta Planka e seguente verso est le alture formanti lo spartiacque, in modo da comprendere nei territori evacuati tutte le valli e i corsi d’acqua che discendono verso Sebenico, come il Cikola, il Kerka, il Butisnica e i loro affluenti.
Essa includerà anche tutte le isole situate a nord e ad ovest della Dalmazia: Premuda, Selve, Uibo, Skerda, Maon, Pago e Puntadura a nord, fino a Meleda a sud, comprendendovi Sant’Andrea, Busi, Lissa, Lesina, Tercola, Curzola, Cazza e Lagosta, oltre gli scogli e gli isolotti circostanti, e Pelagosa, ad eccezione solamente delle isole Grande e Piccola Zirona, Bua, Solta e Brazza.
Tutti i territori così evacuati saranno occupati dalle truppe degli Alleati e degli Stati Uniti d’America. Tutto il materiale militare e ferroviario nemico che si trova nei territori da evacuare sarà lasciato sul posto. Consegna agli Alleati e agli Stati Uniti di tutto questo materiale (approvvigionamenti di carbone e altri compresi), secondo le istruzioni particolari date dai Comandanti supremi sulle varie fronti delle forze delle Potenze associate. Nessuna nuova distruzione, nè saccheggio, nè requisizione delle truppe nemiche nei territori da evacuare dall’avversario e da occupare dalle forze delle Potenze associate.
– Possibilità per le Armate delle Potenze associate di spostarsi liberamente su tutte le rotabili, strade ferrate e vie fluviali dei territori austro-ungarici, che saranno necessarie. Occupazione, in qualunque momento, da parte delle Armate delle Potenze associate, di tutti i punti strategici in Austria-Ungheria ritenuti necessari per rendere possibili le operazioni militari o per mantenere l’ordine. Diritto di requisizione contro pagamento da parte delle Armate delle Potenze associate in tutti i territori dove esse si trovino.
– Sgombero completo, nello spazio di 15 giorni, di tutte le truppe germaniche, non solamente dalle fronti d’Italia e dei Balcani, ma da tutti i territori austro – ungarici. Internamento di tutte le truppe germaniche che non avranno lasciato il territorio austro-ungarico prima di questo termine.
– I territori austro-ungarici sgombrati saranno provvisoriamente amministrati dalle autorità locali sotto il controllo delle truppe alleate e associate di occupazione.
– Rimpatrio immediato, senza reciprocità, di tutti i prigionieri di guerra, sudditi alleati internati e popolazione civile fatta sgombrare, secondo le condizioni che fisseranno i Comandanti supremi delle Armate delle Potenze alleate sulle varie fronti.
– I malati ed i feriti non trasportabili saranno curati per cura del personale austro – ungarico che sarà lasciato sul posto con il materiale necessario.
2. Clausole navali:
– Cessazione immediata di ogni ostilità sul mare e indicazioni precise del posto e dei movimenti di tutte le navi austro-ungariche. Sarà dato avviso ai neutri della libertà concessa alla navigazione delle marine da guerra e mercantili delle Potenze alleate e associate in tutte le acque territoriali, senza sollevare questioni di neutralità.
– Consegna agli Alleati e agli Stati Uniti di 15 sottomarini austro-ungarici costruiti daI 1910 aI 1918 e di tutti i sottomarini germanici che si trovano, o che possono venirsi a trovare, nelle acque territoriali austro-ungariche. Disarmo completo e smobilitazione di tutti gli altri sottomarini austro-ungarici, che dovranno restare sotto la sorveglianza degli Alleati e degli Stati Uniti.
– Consegna agli Alleati e agli Stati Uniti d’America, con il loro armamento ed equipaggiamento completo, di 3 corazzate, 3 incrociatori leggeri, 9 caccia torpediniere, 12 torpediniere, 1 nave posamine, 6 monitori del Danubio, che verranno designati dagli Alleati e dagli Stati Uniti d’America. Tutte le altre navi da guerra di superficie (comprese quelle fluviali) dovranno essere concentrate nelle basi navali austro-ungariche che saranno determinate dagli Alleati e dagli Stati Uniti, e dovranno essere smobilitate e disarmate completamente e poste sotto la sorveglianza degli Alleati e degli Stati Uniti.
– Libertà di navigazione di tutte le navi delle marine da guerra e mercantili delle Potenze alleate e associate nell’Adriatico, comprese le acque territoriali, sul Danubio e suoi affluenti in territorio austro – ungarico. Gli Alleati e le Potenze associate avranno il diritto di dragare tutti i campi di mine e distruggere le ostruzioni, il cui posto dovrà essere loro indicato. Per assicurare la libertà di navigazione sul Danubio, gli Alleati e gli Stati Uniti potranno occupare o smantellare tutte le opere fortificate o di difesa.
– Continuazione del blocco delle Potenze alleate e associate nelle condizioni attuali: le navi austro-ungariche trovate in mare restano soggette a cattura, salvo le eccezioni che saranno concesse da una Commissione che sarà designata dagli Alleati e dagli Stati Uniti.
– Raggruppamento ed immobilizzazione, nelle basi austro – ungariche determinate dagli Alleati e dagli Stati Uniti, di tutte le forze aeree navali.
– Sgombero di tutta la costa italiana e di tutti i porti occupati dall’Austria-Ungheria fuori del suo territorio nazionale e abbandono di tutto il materiale della flotta, materiale navale, equipaggiamento e materiale per via navigabile di qualsiasi specie.
– Occupazione per parte degli Alleati e degli Stati Uniti delle fortificazioni di terra e di mare e delle isole costituenti la difesa di Pola, nonché dei cantieri e dell’arsenale.
– Restituzione di tutte le navi mercantili delle Potenze alleate ed associate trattenute dall’Austria-Ungheria.
– Divieto di ogni distruzione di navi e di materiali prima dello sgombero, della consegna o restituzione.
– Restituzione, senza reciprocità, di tutti i prigionieri di guerra delle marine da guerra e mercantili delle Potenza alleate e associate in potere dell’Austria – Ungheria. I plenipotenziari sottoscritti, regolarmente autorizzati, dichiarano d’approvare le condizioni sopra indicate.
Il Bollettino della Vittoria di Armando Diaz
Alle 12:00 del 4 novembre 1918 il generale Armando Diaz dirama il Bollettino della Vittoria, scritto dal generale Domenico Siciliani, capo dell’Ufficio stampa del comando supremo, con il quale si annuncia alla popolazione la resa dell’Impero Austro-ungarico e la fine delle ostilità sul fronte italiano.
«La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d’Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.»
Per la registrazione sonora del Bollettino della Vittoria si rimanda al portale 14-18 Documenti e immagini della Grande guerra.
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- Lorenzo Cadeddu, Villa Giusti. Storia militare e politica dell’armistizio del 3 novembre 1918, Gaspari, 2020.
- Alberto Di Gilio, Gli ultimi giorni. L’armistizio di Villa Giusti. La vittoria. La fine di un impero, Rossato, 2018.