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di Maria Letizia Fontana
Anna Kuliscioff, la rivoluzionaria russa che lottò per l’eguaglianza
Avrete sentito parlare numerose volte del «l’uomo del socialismo italiano» o della «dottora dei poveri». Sono frasi riconducibili alla persona di Anna Kuliscioff, una donna vissuta tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, di origine russa ma naturalizzata italiana, protagonista di numerose lotte femministe e socialiste. Ma ci siamo chiesti chi è stata Anna Kuliscioff? Scopriamolo insieme ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita.
Nascita e formazione di Anna Kuliscioff
Anja Rosenstein, meglio conosciuta come Anna Kuliscioff, proviene da una famiglia benestante di origini ebraiche. La futura rivoluzionaria russa nasce a Sinferopoli, capoluogo della Crimea a metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento. Le limitatezza delle fonti riguardanti le prime fasi di vita di Kuliscioff rilevano due possibili date di nascita: il 9 gennaio del 1853 oppure il medesimo giorno del 1857.
Il padre di Anja, il signor Moisej Rosenstein aveva fatto fortuna commerciando grano tanto da permettere alla figlia di accedere agli studi superiori presso l’Università di Zurigo in Svizzera e successivamente di soggiornare in Italia. Nel 1982 Anja si iscrive al dipartimento di Scienze esatte di Zurigo. In questa fase, la città svizzera è un centro di confronto politico animato da voci come quelle dell’anarchico Michail Bakunin alle cui tesi Anja si avvicina; ed è proprio in questo contesto culturale che Anja avvia la sua militanza politica.
Costretta a rimpatriare in Russia, Anja aderisce alla cosiddetta «andata del popolo», un fenomeno collettivo che ha contagiato centinaia di adolescenti impegnati nella contestazione delle regole di comportamento della generazione dei loro padri, portandoli così, a formare un movimento politico di massa spontaneo. Gli adolescenti abbracciano un credo filosofico, ovvero il «nichilismo», definito da Ivan Sergeevič Turgenev nel romanzo “Padri e Figli”. Nel 1874 il regime zarista pone fine alla ribellione arrestando molti partecipanti, mentre altri si rifugiano nei villaggi contadini, dove continuano ad effettuare propaganda populista.
Anja Rosenstein si rifugia a Kiev presso l’abitazione di Elena Kosac, sua amica, sotto le vesti di Anna Michajlovna Ivanova. Solamente il 14 aprile 1877 riesce a fuggire dall’impero russo per recarsi a Lugano perché in possesso di un passaporto falso. Arrivata in Europa Anja Rosenstein viene chiamata Anna Kuliscioff.
La fase dell’anarchismo e la relazione con Andrea Costa
La giovane rivoluzionaria russa a Zurigo ha avuto l’opportunità di ampliare le sue conoscenze ed entrare in contatto con i più importanti leader del socialismo europeo tra cui De Paepe, fondatore del partito operaio francese, Benoit Malon esponente del socialismo umanitario e collaborerà direttamente con Plechanov fondatore del Partito socialdemocratico russo.
Durante il Congresso di Saint- Imier, convocato in via straordinaria dalla Federazione giura, un gruppo di operaisti della regione svizzera del Giura, Anna Kuliscioff incontra per la prima volta Andrea Costa, socialista romagnolo. Tra i due nasce subito un’intesa sia a livello emotivo che ideologico, per tale ragione, Kuliscioff decide di trasferirsi con lui a Parigi nel 1877. Dopo pochi mesi trascorsi nella capitale francese, Costa e Kuliscioff vengono arrestati. Ad ogni modo, grazie all’intercessione del famoso scrittore Turgenev, Anna Kuliscioff esce dal carcere, mentre Andrea Costa deve scontare ancora due anni di reclusione.
La nuova missione di Anna è quella di trasferirsi in Italia, cosa che le riesce solamente nel 1878. Kuliscioff vuole far penetrare nella mentalità anarchica italiana una concezione meno settaria della lotta di classe, spingendo così i primi ambienti socialisti popolari romagnoli ad adottare una qualche forma di internazionalizzazione.
La distanza tra le idee di Anna Kuliscioff e i circoli romagnoli risulta rilevante: l’estrazione artigiana dei romagnoli e le loro tradizioni da «movimento da osteria» creano una barriera difficilmente sormontabile. Inoltre, ad aggravare la situazione vi è la «questione di genere». Kuliscioff è abituata a vivere una situazione di parità con il genere maschile, mentre, nelle campagne romagnole vige una concezione tradizionale del rapporto tra i generi.
La relazione con Andrea Costa attraversa delle difficoltà: il socialista si ritrova quasi sempre in stato di prigionia, perciò il loro rapporto viene coltivato attraverso scambi epistolari. Lei è oppressa dalle sue visioni riguardo al rapporto di coppia e al ruolo della donna. Per questo, poco dopo la nascita della figlia Andreina, nata dal rapporto tra i due, decide di lasciare la Romagna per trasferirsi a Firenze. Sono questi gli anni in cui sia Andrea Costa che Anna Kuliscioff vengono travolti da numerosi arresti e processi, uno dei più importanti avvenuto a Firenze nel 1879.
La formazione medica di Anna Kuliscioff nelle università italiane
Anna, a seguito di numerose detenzioni in cui ha contratto la tubercolosi, decide di trasferirsi a Napoli con sua figlia Andreina. Nel capoluogo campano riprende gli studi di medicina iniziati in Svizzera. Nel 1888 si specializza in ginecologia presso l’Università di Torino e di Padova con una tesi dedicata alla febbre puerperale. Inoltre, attraverso lo studio si concentra sui problemi specifici delle donne sia in termini medici che sociali.
Il femminismo di Anna Kuliscioff: la «dottora» tra i poveri
Si trasferisce a Milano dove inizia la sua attività di medico nei quartieri più degradati della città, stando a stretto contatto con poveri e malati per questo viene soprannominata «la dottora dei poveri». In città Anna Kuliscioff riesce a coniugare la sua professione di medico con l’impegno sociale e politico.
Già nel 1885, Anna aveva conosciuto Filippo Turati, uno dei più importanti leader del partito socialista italiano, durante la raccolta fondi per gli esuli russi. Tra i due si instaura un rapporto basato sulla stima e il rispetto reciproco, condivisione di idee politiche fino ad instaurare una relazione amorosa. Anna Kuliscioff, delusa dal precedente rapporto con Andrea Costa, condivide con Turati il tradizionale modello di vita alto borghese, al quale è abituata, e l’impegno nella realizzazione dell’ideale egualitario socialista.
Anna Kuliscioff entra in contatto con le esponenti del femminismo della città come Anna Maria Mozzoni e Paolina Schiff. In questo contesto di sviluppo del femminismo emancipazionista, Kuliscioff si impegna sempre di più sul dibattere di queste tematiche culminando nell’intervento presso il Circolo filologico di Milano nell’aprile del 1890 intitolato: «il monopolio dell’uomo».
L’impegno politico nel Partito socialista italiano e il rapporto con Filippo Turati
Nell’autunno del 1891, in un appartamento nei pressi del Duomo di Milano, Anna Kuliscioff e Filippo Turati fondano «Critica sociale», trasformando il proprio salotto un luogo in cui ricevono i più importanti esponenti della cultura milanese, coltivano una conoscenza socialista e marxista. Il salotto più famoso di Milano viene bruscamente chiuso nel 1898 per mano di un gruppo armato che fa irruzione nell’appartamento. In tali circostanze Anna Kuliscioff è arrestata per eversione.
In quel periodo storico ci sono sovversioni popolari causate dall’aumento del prezzo del pane. A Milano le iniziative di sommossa popolare vengono sostenute, in particolar modo, dagli operai. In quegli stessi giorni viene proclamato lo stato d’assedio e il potere passa nelle mani dell’autorità militare Bava Beccaris. Gli scontri provocano centinaia di morti e l’arresto di esponenti del Partito Socialista Italiano fondato nel 1895. In questo contesto Filippo Turati e Anna Kuliscioff sono arrestati per reati d’opinione e rilasciati immediatamente per indulto.
La lotta di Anna Kuliscioff per il suffragio femminile
Nel 1908 Anna Kuliscioff inizia la lotta per il riconoscimento della piena cittadinanza delle donne e induce il Partito Socialista a prendere in causa le emergenti questioni femminili. Nel 1911, Kuliscioff sostiene la fondazione del Comitato Socialista per il suffragio femminile e dopo un anno, insieme a Linda Malnati, Argentina Altobelli, Angelica Balabanoff, Margherita Sarfatti e Giselda Brebbia, fonda la rivista «La Difesa delle Lavoratrici».
L’obiettivo del periodico è quello di creare un contatto diretto con le operaie e le contadine per renderle consapevoli della loro condizioni di lavoratrici e di donne, del diritto di associazionismo, di difesa del proprio lavoro e il diritto di voto. La maggior parte delle donne a cui si rivolgono sono analfabete ed educate secondo i canoni della tradizione, perciò rispettano il ruolo di subalterne.
La morte di Anna Kuliscioff
La prima «sconfitta» arriva nel 1912 quando il governo di Giovanni Giolitti approva il suffragio universale maschile negando la possibilità di voto alle donne. Anna Kuliscioff, attraversa la Prima Guerra Mondiale, mostrandosi nettamente contraria all’intervento dell’Italia e opponendosi alla guerra.
Gli ultimi anni della vita di Anna Kuliscioff sono caratterizzati da sentimenti di sconforto a causa di problemi personali manifestati nel rapporto di coppia con Turati che si mescolano ai dissensi politici provenienti dall’esterno. Infatti, negli anni Venti del Novecento iniziano a trapelare movimenti anti socialisti e nazionalisti che agiscono utilizzando la violenza.
Anna Kuliscioff muore a Milano il 27 dicembre 1925. Durante il suo corteo funebre, alcune squadre fasciste attaccano la carrozza strappando drappi e corone.
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- M. Casalini, Anna Kuliscioff. La signora del Socialismo italiano, Editori Riuniti, Roma, 2013.
- A. Kuliscioff, Lettere d’amore ad Andrea Costa 1880/1909. Saggio e cura di Pietro Albonetti, Feltrinelli, Milano, 1976.
- A cura di P. Passaniti, Lavoro e cittadinanza femminile. Anna Kuliscioff e la prima legge sul lavoro delle donne, Franco Angeli, Milano, 2016.
- F. Zazzara, Anna Kuliscioff: donna rivoluzionaria, medico. Storia delle dottora dei poveri nella medicina del suo tempo, Biblion, Venezia, 2019.
- A. Kuliscioff, Il socialismo e la cittadinanza delle donne, Agra, 2015.
- A. Kuliscioff, Il monopolio dell’uomo, Ortica editrice, 2020.
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- F. Zazzara, Anna Kuliscioff: donna rivoluzionaria, medico. Storia delle dottora dei poveri nella medicina del suo tempo, Biblion, Venezia, 2019.
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