CONTENUTO
Dalla dottrina Monroe alla presidenza Wilson
Nel dicembre del 1823, con la dottrina “Monroe” gli Stati Uniti dichiarano ufficialmente la loro opposizione a un eventuale intervento europeo negli affari interni ai Paesi del continente americano e a qualsiasi tentativo di occupazione di territori che rientrano nell’emisfero occidentale. Con l’accrescersi della propria potenza e del proprio prestigio nel corso dell’Ottocento, gli Stati Uniti iniziano ad attribuirsi il diritto di poter intervenire militarmente nelle questioni degli altri paesi del continente svolgendo il ruolo di “fratello maggiore” che si preoccupa di punire, quando necessario, i fratelli minori che non si comportano in maniera consona e opportuna.
Il 6 aprile del 1917 gli Stati Uniti interrompono la loro tradizione isolazionista nei confronti dell’Europa entrando nella prima guerra mondiale a fianco dell’Intesa, ufficialmente perché vogliono far rispettare il principio universale della libertà dei mari che è stata violata dalla guerra sottomarina indiscriminata portata avanti dai tedeschi. Alla presidenza degli Stati Uniti vi è in quel momento Thomas Woodrow Wilson un ex professore di Scienze politiche rieletto per la seconda volta nelle elezioni del 1916.
Wilson elabora nel corso dei mesi un sistema di idee che definisce come “New Diplomacy” (Nuova diplomazia) poiché contrastano con la politica estera seguita fino a quel momento dagli Stati Uniti. Inoltre la decisione di Wilson di entrare in guerra crea intorno a lui una forte schiera di oppositori legati alla tradizione isolazionista e rappresentanti dal nazionalismo americano simboleggiato dallo slogan “American First” (L’America prima di tutto).
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I 14 punti Wilson: principi
Nel viaggio in Europa per la conferenza di pace di Parigi dopo la fine della prima guerra mondiale, Wilson porta con sé una nuova concezione dei rapporti internazionali, riassunta nei 14 punti elencati dal presidente in un messaggio al Congresso l’8 gennaio 1918. Tra questi i punti cardine del programma wilsoniano sono: l’affermazione dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli, ovvero il diritto che i popoli hanno nello stabilire le loto nuove frontiere; la libertà dei mari; l’abolizione della diplomazia segreta; la costituzione della Società delle nazioni, che deve assicurare la pacifica convivenza dei diversi popoli in un clima di libertà e giustizia.
I quattordici punti enunciano:
- Pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non vi siano più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una diplomazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità.
- Assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, così in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in tutto o in parte da un’azione internazionale, diretta ad imporre il rispetto delle convenzioni internazionali.
- Soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace, e si associno per mantenerla.
- Scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna.
- Regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente imparziale di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranità gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti.
- Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni che riguardano la Russia senza ostacoli e senza imbarazzo per la determinazione indipendente del suo sviluppo politico e sociale e assicurarle amicizia, qualsiasi forma di governo essa abbia scelto. Il trattamento accordato alla Russia dalle nazioni sorelle nel corso dei prossimi mesi sarà anche la pietra di paragone della buona volontà, della comprensione dei bisogni della Russia, astrazione fatta dai propri interessi, la prova della loro simpatia intelligente e generosa.
- Il Belgio – e tutto il mondo sarà di una sola opinione su questo punto – dovrà essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitarne l’indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere.
- Il territorio della Francia dovrà essere completamente liberato e le parti invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a proposito dell’Alsazia–Lorena, che ha compromesso la pace del mondo per quasi 50 anni, deve essere riparato affinché la pace… possa essere assicurata di nuovo nell’interesse di tutti.
- Una rettifica delle frontiere italiane dovrà essere fatta secondo le linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra le nazionalità.
- Ai popoli dell’Austria–Ungheria, alla quale noi desideriamo di assicurare un posto tra le nazioni, deve essere accordata la più ampia possibilità per il loro sviluppo autonomo.
- La Romania, la Serbia e il Montenegro dovranno essere evacuati, i territori occupati dovranno essere restaurati; alla Serbia sarà accordato un libero e sicuro accesso al mare, e le relazioni specifiche di alcuni stati balcanici dovranno essere stabilite da un amichevole scambio di vedute, tenendo conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalità che la storia ha creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali dell’indipendenza politica ed economica e dell’integrità territoriale di alcuni stati balcanici.
- Alle regioni turche dell’attuale impero ottomano dovrà essere assicurata una sovranità non contestata, ma alle altre nazionalità, che ora sono sotto il giogo turco, si dovranno garantire un’assoluta sicurezza d’esistenza e la piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali.
- Dovrà essere creato uno stato indipendente polacco, che si estenderà sui territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli dovrà essere assicurato un libero e indipendente accesso al mare, e la sua indipendenza politica ed economica, la sua integrità dovranno essere garantite da convenzioni internazionali.
- Dovrà essere creata un’associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie d’indipendenza e di integrità territoriale.
Il 12 febbraio questo programma viene integrato con quattro proposte complementari:
- 1) Ogni parte del regolamento finale deve essere fondata sulla giustizia essenziale del caso particolare considerato e sulle soluzioni più atte a produrre una pace che sia permanente;
- 2) I popoli e le province non devono costituire oggetto di mercato e passare di sovranità in sovranità, come se fossero semplici oggetti o semplici pedine di un gioco;
- 3) Ogni regolamento territoriale riferentesi a questa guerra deve essere fatto nell’interesse e a vantaggio delle popolazioni interessate, e non come parte di un semplice componimento o di un compromesso di rivendicazioni fra Stati rivali;
- 4) Tutte le aspirazioni nazionali dovranno ricevere la soddisfazione più completa che possa venir accordata senza introdurre nuovi elementi di discordia o di antagonismo.
Autodeterminazione dei popoli e esportazione della Democrazia
Wilson è anche convinto che quello degli Stati Uniti sia un paese diverso da tutti gli altri principalmente per la propria composizione multietnica grazie alla quale, oltre ad aver raggiunto un buon grado di democrazia, il paese ha la missione di fondare un nuovo ordine di pace nel mondo che gli possa consentire di esportare il proprio modello democratico.
Per creare il nuovo sistema politico mondiale bisogna secondo Wilson distruggere ogni potere arbitrario, il vecchio sistema di equilibrio europeo e i trattati segreti. Egli crede realmente alla possibilità di costruire un mondo nuovo fondato sul principio di autodeterminazione dei popoli e di nazionalità, sulla diplomazia aperta e sulle regole del libero mercato.
L’idealismo di Wilson ha le sue basi nella consapevolezza del ruolo decisivo svolto dagli Stati Uniti per la vittoria degli alleati e per la fine della guerra. Ciò lo spinge a credere che possa indirizzare le decisioni di Francia e Gran Bretagna verso la realizzazione di una pace giusta e democratica che richiami i principi della sua Nuova Diplomazia enunciati nei 14 punti. Tutti i buoni propositi di Wilson si scontrano, però, con la decisa volontà dei vincitori di imporre alla Germania una pace punitiva e umiliante.