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L’11 settembre 2001 è considerata una data storica nell’età contemporanea: negli Usa quattro aerei di linea vengono dirottati da un gruppo di terroristi aderenti ad Al Qaida e usati per colpire degli obiettivi dall’innegabile valore simbolico: le Torri gemelle del World trade center a New York e il Pentagono a Washington.
Gli attentati dell’11 settembre 2001
La mattina dell’11 settembre 2001, nell’arco di poco più di un’ora e mezza, 4 aerei di linea, in volo da Boston, Newark e Washington verso la California vengono dirottati da una ventina di attentatori, che ne indirizzano due sulle Torri Gemelle del World Trade Center a New York e due sul Pentagono e sulla capitale. Tre aerei colpiscono gli obiettivi, uno dei due velivoli puntati su Washington, invece, si schianta su un campo lontano da ogni centro abitato, in Pennsylvania, per la coraggiosa resistenza dei passeggeri che si oppongono all’azione dei terroristi.
Il bilancio dei morti (265 sugli aerei, 125 al Pentagono, circa 3mila a New York), le dimensioni delle distruzioni, il valore simbolico degli edifici colpiti, il fatto che si trattava della prima violazione del territorio continentale USA dalla guerra con l’ex madrepatria del 1812, la riconduzione degli attentati terroristi ad Al Qaida (Osama Bin Laden era già stato autore di un fallito attentato alle Torri nel 1993, che aveva causato 6 morti), l’impatto visivo ed emotivo conferito all’evento dalle televisioni di tutto il mondo (operative 24h): tutto ciò contribuisce a farne un trauma di enorme portata nella popolazione statunitense, un evento che ha cambiato il corso della storia.
Le conseguenze
Gli attentati dell’11 settembre 2001 cambiano tutte le carte in tavola nonché il programma dell’amministrazione Bush. Data la precedente valutazione dell’operato in politica estera, di certo non ci si aspettava grandi manovre dal presidente. Ma invece, quasi subendo una metamorfosi, Bush assume l’aspetto di un interventista convinto e risoluto, dando alla sua politica estera un atteggiamento quasi messianico.
Il presidente chiede la consegna di Osama Bin Laden, indicato come mandante dell’attentato e fa approvare l’uso della forza come comandante in capo delle forze armate quasi con un consenso plebiscitario. Viene definito l’asse del male, un insieme di stati comprendente Iran, Iraq, Corea del Nord e Afghanistan che dovevano essere combattuti e dovevano ricevere in dono la democrazia americana.
Nella crescente preoccupazione per la sicurezza interna, viene varato il Patriot Act: in nome della sicurezza, questa legge aveva introdotto misure pericolosamente limitative delle libertà personali quali la possibilità di indagini indiscriminate e di arresti preventivi nei confronti di sospetti di terrorismo, affidando i nuovo compiti di sorveglianza a un apposito ministero, l’Homeland Security Department. Viene varata la cosiddetta dottrina Bush, contenuta nel National Security Strategy of the United States, ovvero l’esportazione del modello americano nei paesi sotto dittatura o dove gli interessi americani venivano minacciati.
La rapida operazione condotta formalmente contro le insegne della NATO contro i talebani, che porta al crollo del loro regime ma non alla cattura di Osama, viene preceduta e seguita da un ampio e duraturo consenso interno nei confronti dell’operazione Enduring freedom (vasta azione anti terrorista di lungo periodo). Le modalità unilaterali con le quali la campagna viene condotta dal segretario alla difesa Rumsfeld e la scarsa attenzione dimostrata per un processo di peace-keeping induce ad etichettare gli Stati Uniti come superpotenza arrogante.
I danni
I danni subiti dal Pentagono vengono riparati un anno dopo e sul luogo viene costruito un piccolo monumento commemorativo. A Shanksville, il campo in cui precipitato il volo 93 viene trasformato in un memoriale permanente. La ricostruzione del World Trade Center è invece stata più problematica, a seguito di diverse controversie sorte riguardo ai possibili progetti e sui tempi e i costi necessari al loro completamento.
Al termine di un complesso iter, nel 2011 viene completata la prima parte del National September 11 Memorial & Museum, consistente in due fontane che ricalcano le fondamenta delle due torri, e nel 2014 viene aperto al pubblico un museo sugli attentati. Poco distante, viene costruito un nuovo grande grattacielo, il One World Trade Center, alto 541 metri e terminato nel 2013.